Donne, partecipazione, lavoro e persino Dante alla Festa del 2 giugno in piazza dei Signori

Il sindaco Conte ricorda Anselmi e Carlassare e cita il Sommo Poeta. Il presidente Marcon invita alla cooperazione. Il prefetto Sidoti sottolinea: 89 femminicidi dall’inizio dell’anno e non calano i morti sul lavoro

Andrea Dossi
Le celebrazioni del 2 giugno in piazza dei Signori a Treviso
Le celebrazioni del 2 giugno in piazza dei Signori a Treviso

Una mattinata ricca di spunti di riflessione ha caratterizzato il 78° anniversario della Proclamazione della Repubblica Italiana a Treviso. Le celebrazioni sono iniziate domenica 2 giugno  in Piazza della Vittoria con la solenne cerimonia dell'Alzabandiera, officiata dalla Consulta Provinciale degli Studenti.

Seguita dalla deposizione delle corone d'alloro in onore dei caduti, alla presenza del sindaco Mario Conte, del presidente della Provincia Stefano Marcon, del Prefetto Angelo Sidoti, del colonnello Marco Fiore. Dopo lo sfilamento per il centro cittadino dell'unità interforze, accompagnata dalla banda musicale, in Piazza dei Signori è stato dispiegato il tricolore dal Palazzo dei Trecento a cura del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.

«Per raggiungere uno scopo servono idee chiare, progetti puntuali e risorse»,  così Marcon, «Gli ultimi 10 anni sono stati complessi dopo il declassamento e il depauperamento del 2014 delle province, nonostante la Costituzione sia chiara nel riconoscere questi enti come intermedi. Eppure non ci siamo mai fermati. Spero che ritorni il valore della partecipazione. I conflitti in atto sono una profonda ferita nell’anima, sembra dimenticata la Seconda Guerra Mondiale. Non dobbiamo dimenticare nemmeno la pandemia di Covid, abbiamo visto come la cooperazione tra Paesi è stata la vera forza per combattere un nemico invisibile».

«78 anni fa si gettavano le basi per le successive conquiste economiche e sociali. È seguita la Costituzione fondata su lavoro, famiglia, pacifismo e antifascismo», questo il discorso di Conte, «Importante il contributo delle donne, voglio ricordare Tina Anselmi e Lorenza Carlassare, la prima donna a vincere una cattedra universitaria in Italia. Loro hanno costruito abbattendo muri. Dare senso allo Stato vuol dire anche rendere imprescindibile la partecipazione e l’inclusione. “Seguir virtute e canoscenza” scriveva Dante. La conoscenza non esclude mai, riempie di significato il 2 giugno. La Repubblica e la Costituzione sono di tutti, la loro conoscenza è fondamentale per la democrazia e la libertà».

«Il 2 giugno 1946 l’Italia ha scelto la discontinuità, dalla monarchia alla Repubblica e finalmente con il voto delle donne»,  ha concluso Sidoti, «Oggi stiamo vivendo crisi internazionali, guerre e cambiamento climatico. Serve uno sforzo maggiore di tutti noi per assicurare quanto detto dall’articolo 3 della Costituzione per ritrovare il senso di volontà di progresso economico, garantire un futuro ai giovani e per avere una società più giusta. Da gennaio a oggi ci sono 89 femminicidi e non paiono in diminuzione le morti sul lavoro: questi sono temi prioritari. Abbiamo sempre superato le difficoltà con la coesione della comunità. Guardiamo al 2 giugno con fiducia e speranza». 

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