Don Edmondo trasferito, parrocchiani in rivolta

CASALE SUL SILE.Don Edmondo Lanciarotta se ne va da Conscio dopo tredici anni di servizio pastorale. Il vescovo di Treviso, monsignor Gianfranco Agostino Gardin, lo ha spostato nella parrocchia di Mussetta, a San Donà. Non solo: gli ha pure tolto l’insegnamento di religione al “Duca degli Abruzzi”, istituto trevigiano dov’era entrato per la prima volta nel 1990, e la direzione dell’Ufficio educazione, scuola e università della diocesi. Una serie di coincidenze, queste, che i parrocchiani bollano come “strane”. Ed è proprio per questo che la parrocchia di don Edmondo è in subbuglio e un gruppo di fedeli ha scritto al vescovo trevigiano per chiedere spiegazioni. «Vorremmo sapere non tanto le motivazioni dello spostamento di don Edmondo in un’altra parrocchia, che pur essendo difficile da accettare per noi rientra nella normalità, quanto più perché gli sono stati tolti tutti gli incarichi diocesani nel mondo dell’educazione», spiegano dalla parrocchia della Natività della Beata Vergine Maria. Per contro, infatti, don Lanciarotta resta in carica come responsabile dell’Ufficio scuola, educazione e università della Conferenza Episcopale Triveneta, oltre che come collaboratore dell’Istituto superiore internazionale salesiano di ricerca educativa di Venezia. Incarichi non di nomina diocesana, questi, che risultano tuttavia di primaria importanza per un parroco che all’educazione e alla scuola ha dedicato tante energie.
Lo ha testimoniato anche la preside del “Duca”, Maria Antonia Piva, che a metà luglio, saputo del trasferimento del sacerdote e dell’esonero dall’insegnamento, aveva dichiarato: «Siamo costernati all’idea che, dopo 24 anni, ci venga a mancare don Lanciarotta, punto di riferimento del nostro liceo». Inutile dire che per i parrocchiani lo spostamento di don Edmondo sia stato un duro colpo. Sarebbe stato accettabile se non si fosse sommata la rimozione dagli incarichi diocesani. «Ci siamo fatti delle domande, chiediamo delle risposte al vescovo», aggiungono i parrocchiani. Il clima nella comunità di Conscio è di amarezza misto a quel senso di impotenza davanti a una decisione arrivata dall’alto che va a toccare equilibri, rapporti, anni di lavoro. Al posto di don Edmondo non ci sarà un parroco, ma un amministratore parrocchiale, don Federico Gumiero. Intanto i parrocchiani, che saluteranno il loro don domenica 7 settembre con la messa solenne e una grande festa, promettono: «Non ci fermeremo qui».
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