Domotecnica fallita mancano documenti incentivi carta straccia
Gli incentivi sul risparmio energetico per oltre 5 milioni di euro della Domotecnica spa rischiano di essere carta straccia, perché manca la documentazione. Il fallimento della società, per i creditori, i soci e gli ex dipendenti, potrebbe riservare un’altra amara sorpresa. La curatela fallimentare ha messo all’asta 11. 235 titoli di efficienza energetica, valore 2.112.180 euro. È il terzo tentativo, i primi due sono andati a vuoto (si era partiti da un valore superiore ai 3 milioni di euro).
Sul tesoretto però pende una spada di Damocle. «Non può sottacersi la grave incertezza indotta dalle radicali carenze documentali riscontrate», scrive nella sua relazione il perito incaricato dal tribunale fallimentare di Treviso. Manca tutta una serie di documenti per cui, se vi fosse un controllo, il Gse (Gestore servizi energetici) potrebbe chiedere la restituzione di tutti gli importi. I cosiddetti “certificati bianchi” erano stati riconosciuti alla Domotecnica per gli anni 2011 e 2012, per l’installazione di migliaia di impianti di riscaldamento e scalda acqua in tutta Italia.
In pratica vecchi apparecchi venivano sostituiti con quelli a risparmio energetico e così rilasciati gli incentivi. Oggi il loro valore teorico, sul mercato energetico, è di 450 euro per titolo, moltiplicato per 11.235 fa 5.055.075 euro. Non sono stati monetizzati dall’azienda perché il tribunale di Padova li aveva sottoposti a sequestro conservativo, a favore di Infrastrutture distribuzione gas spa (Edison spa). Nell’aprile 2016, dopo 50 anni di storia, la Domotecnica è fallita.
«Nella documentazione a disposizione», scrive il perito del tribunale fallimentare, «non vi è alcuna traccia delle visure storiche degli immobili per individuare incontrovertibilmente il cliente. Non ci sono verbali di collaudo, allaccio, dichiarazioni di conformità, dai quali desumere tipologia, portata, consumi e rendite dell’impianto montato. Si deve peraltro ipotizzare la materiale impossibilità di un successivo reperimento dei documenti mancanti, considerata la molteplicità dei clienti partecipanti (trattandosi di migliaia di piccoli interventi che interessano migliaia di clienti sparsi su tutto il territorio nazionale)». Secondo l’esperto, così si configura una “violazione rilevante” di quanto previsto dalla deliberazione dell’Autorità per l’energia sugli incentivi. Tanto più che dal 2017 è stata modificata la normativa, in base alla quale il cliente deve essere reso consapevole della possibilità di avere accesso ai benefici (una sorta di liberatoria non prevista in passato). L’asta si svolgerà 23 ottobre in uno studio notarile di Conegliano. La curatela fallimentare ha provveduto a una « accurata analisi anche per il tramite di propri consulenti specializzati di fiducia, anche a prescindere dal contenuto della perizia di stima del fallimento».
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