Doimo, Follina rischia la chiusura

FOLLINA. Si riaccendono le tensioni all’interno del Gruppo Doimo, l’impero del mobile del Quartier del Piave. Stavolta a far parlare è (di nuovo) la Follina Components, azienda specializzata nella produzione e vendita all’ingrosso di parti destinate all’industria del mobile per ufficio: nei giorni scorsi le forze sociali e i lavoratori hanno rispedito al mittente la proposta dell’azienda di chiudere la società attuale e riaprire una newco “sana” per garantire la continuità senza essere gravata dei debiti. Sindacalisti e lavoratori per ora non si espongono, ma pare che ai dipendenti non siano state date sufficienti garanzie circa il recupero dei crediti arretrati. La situazione, ora, è appesa a un filo, e tra gli scenari, se non si dovesse arrivare a un accordo, c’è anche la chiusura dello stabilimento di via Pra’ Lovai a Follina, con conseguente perdita di una ventina di posti di lavoro.
La notizia delle proteste alla Follina Components arriva dopo un periodo tutto sommato sereno all’interno del Gruppo Doimo, galvanizzato soprattutto dai buoni risultati di City Line, il cui fatturato 2015 (ultimi dati comunicati) è balzato a quota 17 milioni di euro a fronte dei 14 milioni del 2014, con proiezioni analoghe per il 2016. A Follina, però, la situazione era precaria da tempo. Da quando, cioè, nel 2014 era avvenuta la “scissione” tra Linea D e Follina Components, con la cessazione della prima (e il licenziamento di 43 dipendenti) e la continuazione della seconda. Tre anni senza scossoni fino, appunto, a questo mese: «Non possiamo accettare la proposta che ci ha fatto l’azienda», ha raccontato una fonte sindacale, «per come ci è stata presentata, il rischio è che si possa configurare un trasferimento d’azienda fittizio. I dipendenti in ogni caso vantano diversi crediti con l’azienda, e non sono disposti a rinunciarvi». Una possibile salvezza per i lavoratori potrebbe essere l’arrivo di un soggetto terzo, interessato a rilevare la società: nel caso della Linea D, “sorella” della Follina Components, le trattative erano arrivate a un buon punto con la friulana Della Valentina Office, salvo poi sfumare al momento di mettere le firme decisive davanti al notaio.
Andrea De Polo
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