Disperso in Russia nel 1943 ritrovata la sua targhetta

CASTELFRANCO. Dopo 73 anni il sergente maggiore Bruno Saretta è tornato a casa. O meglio, è tornato a casa l’unico suo ricordo personale, la targhetta di riconoscimento militare che aveva con sè quando è caduto il 23 gennaio 1943 nella campagna di Russia. A ritrovarla Ferdinando Soivran, alpino friulano che da decenni rintraccia i corpi e gli oggetti personali di chi non è più tornato da quel tragico evento bellico, soprattutto dalla ritirata sul Don.
L’aveva ritrovata nel 2013 in una dacia a Novogeorgevka, conservata per 70 anni dalla famiglia che l’aveva rinvenuta durante i lavori agricoli. Ieri in una suggestiva cerimonia nella sala consiliare del municipio è stata consegnata ai familiari di Bruno Saretta alla presenza del sindaco Stefano Marcon, del consigliere nazionale Ana Renato Genovese, di Gianfranco Benaldo, presidente dell'associazione che ricorda il battaglione Cividale, sterminato durante la ritirata e del capitano Mattia Merighi in rappresentanza del 7º Alpini, dove sono confluite il battaglione Cividale e la divisione Julia cui apparteneva Saretta.

A riceverla, con grande commozione, la nipote di Saretta, che si chiama come lui, Bruna: «Porto questo nome proprio in suo ricordo, essendo nata quattro mesi dopo che era giunta la notizia della sua morte. Per me, per noi è una gioia immensa: il suo ricordo non è mai venuto meno. Pur non avendolo conosciuto sono sempre stata orgogliosa di leggere il suo nome sulle lapidi esposte vicino al Riccati». Di Bruno Saretta si era persa ogni traccia, sconosciuto il luogo della sepoltura: «Abbiamo sempre nutrito la speranza che le sue spoglie fossero ritrovate. Potete immaginare la gioia quando a settembre ci è giunta la notizia del ritrovamento della sua targhetta che l’ha accompagnato in tutta la sua carriera militare».

Nato a Castelfranco il 25 giugno 1914, Bruno Saretta diventa volontario alle armi nel 1933 e intende iniziare la carriera militare. Diventa sergente maggiore nel 1936 e dal 1939 partecipa alla campagna di Grecia e Albania dove riceve una medaglia di bronzo per aver guidato un attacco con le bombe a mano. Da lì fa ritorno nell’aprile 1942, ma in agosto già riparte per la Russia, dove perde la vita il 23 gennaio 1943 a 28 anni: gli viene concessa la medaglia d'argento per l’ardimento dimostrato nella tragica ritirata. Questa è stata la 321ª targhetta consegnata dopo i ritrovamenti fatti da Soivran, la seconda che riguarda un caduto di Castelfranco, consegnata alla famiglia qualche tempo fa in forma privata.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso