Dietro la stazione di Treviso c'è il degrado tra negozi sfitti e sporco

Comune e ferrovie riqualificheranno il piazzale antistante ma il resto è nel caos. I residenti devono convivere con immondizie, botteghe chiuse e malcontento

TREVISO. Nei prossimi due anni i piani dell’amministrazione sono quelle di riqualificare tutto lo spazio antistante la stazione ferroviaria di Treviso e così pure anche il cavalcavia. Tutto bene sulla faccia principale. Ma dietro? Ad oggi non ci sono progetti e a farla da padrone sono sporcizia, negozi sfitti, assenza di prospettive.



“Lato B” ignorato

È una realtà con la quale convivono quotidianamente le centinaia di pendolari che ogni giorno dalla zona sud entrano in stazione per andare a prendere il treno ed andare al lavoro. Ma come loro anche i residenti che si recano in città attraversando l’unico passaggio pedonale oggi disponibile ovvero il tunnel della stazione.

Anni fa si ipotizzò la possibilità di ristrutturare lo scalo ferroviario per aprirlo sui due fronti, eliminando definitivamente la cesura tra il centro storico e San Zeno. Ma servivano milioni e non c’erano; si potevano trovare ma non sono stati cercati.

L’amministrazione Conte, va dato atto, con Rfi ha definito un progetto che ripulirà il fronte nord dello scalo ferroviario. Ma dietro? I capannoni abbandonati dell’ex Telecom (quelli che furono occupato dieci anni or sono da Django per denunciare i buchi neri del centro) sono ancora lì: vuoti come sempre. Il Ferro Hotel è stato riattivato sì, ma per accogliere migranti. Si è operata una riorganizzazione della viabilità per combattere il parcheggio selvaggio ma nulla è stato fatto per ridare qualità al quartiere.

DE WOLANSKI AG.FOTOFILM TREVISO DEGRADO CAVALCAVIA DELLA STAZIONE
DE WOLANSKI AG.FOTOFILM TREVISO DEGRADO CAVALCAVIA DELLA STAZIONE


Sporcizia

Cartacce sacchi dell’immondizia vestiti e pezzi di biciclette sono l’arredo urbano che caratterizza i due punti di uscita dal tunnel della stazione su via dandolo o via Marco Polo. Le pulizie lì forse spettano a i privati, ma di certo nessuno le sollecita. Comune e Contarina hanno messo il sistema di videosorveglianza contro l’abbandono dei rifiuti ma resta l’immagine di una zona dimenticata. Non solo sporcizia a terra e dentro cestini spesso stracolmi, ma anche un senso di abbandono generale.



Serrande abbassate

A darlo, le vetrine di quelli che un tempo erano uffici di agenzie viaggi o piccole attività artigianali di quartiere che avevano trovato nel rione dietro la stazione una loro identità ma che oggi sono tutti irrimediabilmente chiusi. C’era il calzolaio, c’era il meccanico diventato punto di riferimento per tantissimi ma costretto a chiudere; c’era l’agenzia viaggi, l’osteria, un tempo perfino un negozio di giocattoli. Oggi ci sono solo le serrande abbassate; così su via Dandolo e via Marco Polo , come all’imbocco di via Sant’Antonino dove pochissimi stanno resistendo ad una crisi e alla mancanza di una vera vitalità della zona. Prova ne sia anche il “Matito”, storica cartolibreria (tra l’altro adiacente le scuole elementari Manzoni, chiusa e ora senza più alcun inquilino a riempire il negozio.

I residenti

«È un grande dormitorio, ormai», allarga le braccia un anziani che abita la zona, «non c’è una piazza di ritrovo, un ambiente, e la ferrovia è un taglio netto con tutta la città». Parere condiviso, «di lì c’è una città. Di qui nulla» ammette una mamma di ritorno dal centro.—

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