Crisi dei laboratori odontotecnici trevigiani: «Mancano i giovani»
L’analisi di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana: «Il futuro del settore a repentaglio»

Solo un terzo degli odontotecnici artigiani è di età inferiore ai 56 anni, segno che i laboratori oggi si trovano di fronte ad un bivio tra crisi di successione d’impresa e rivoluzione digitale.
L’allarme arriva da Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, attraverso la lettura dei dati di settore. Da una parte la pratica clinica ha visto un aumento dei pazienti implantari over 70, con un boom degli interventi estetici: + 230% i casi con allineatori tra 2018 e 2024, + 81% i trattamenti di profilassi e polishing, + 69% gli sbiancamenti. Una tendenza che racconta un’Italia che invecchia, ma che vuole restare “bella e in salute” più a lungo.
Dall’altro lato, il laboratori odontotecnici artigiani sono scesi del 3,7% nel 2024 sul 2023. Solo un terzo dei titolari è di età inferiore ai 56 anni, mentre nel 29% dei casi l’età del titolare è da 60 anni in su. L’elemento più preoccupante sta nella mediana complessiva (58 anni) e nel basso peso degli under 55.
«Il vero rischio è un cortocircuito generazionale», osserva il presidente provinciale Armando Sartori, «perché quasi il 30% degli studi medici serviti da laboratori odontotecnici trevigiani non ha alcun piano di passaggio interno. Senza una strategia di ricambio, si rischia la perdita di competenze e di continuità nel servizio. Per questo Confartigianato sta portando avanti uno specifico progetto per favorire il passaggio generazionale».
Quasi la metà dei laboratori odontoiatrici artigiani sono stati aperti oltre 35 anni fa. Il 20% negli ultimi 25 anni, praticamente inesistenti le aperture nell’ultimo decennio. Il futuro della professione sembra diretto a un profondo ridimensionamento in termini di numero e tipologia di laboratori.
«Questa condizione rappresenta un elemento di vulnerabilità per l’intero ecosistema», precisa il presidente Armando Sartori, «che può determinare un impatto sulla continuità del flusso di lavoro, sulla pianificazione degli investimenti e sulla sostenibilità delle attività di laboratorio. Per i laboratori diventa prioritario adottare una logica di segmentazione e analisi prospettica della clientela: solo con una transizione generazionale sarà possibile costruire basi solide per una crescita duratura».
Altra sfida per gli odontotecnici artigiani riguarda il digitale. Il 45% dei lavori è prodotto attraverso un flusso di lavoro analogico, il 28% è ricevuto in modo tradizionale e poi digitalizzato in laboratorio; mentre il 28% dei lavori è prodotto interamente attraverso un flusso di lavoro digitale.
Una parte significativa dei professionisti accoglie, comunque, con favore le innovazioni digitali: il 33% ritiene, infatti, che il digitale sia ormai parte integrante dell’attività quotidiana nello studio, includendo strumenti come la scansione intraorale, la pianificazione dei trattamenti, l’ingegnerizzazione dei processi e la comunicazione con i pazienti.
Il 53% si mostra ottimista, considerandolo l’inizio di una nuova fase clinica e organizzativa, pur evidenziando la necessità di colmare alcune lacune tecnologiche e formative. Solo il 14% esprime scetticismo, ritenendo il digitale ancora poco affidabile e complesso da utilizzare, con implicazioni rilevanti sugli investimenti effettuati.
«La sfida non è solo tecnologica, ma generazionale», conclude il presidente Armando Sartori. «Il futuro del settore passa per la formazione dei giovani tecnici, la valorizzazione delle competenze e l’integrazione in chiave digitale tra medico odontoiatra e laboratorio odontotecnica. L’odontotecnica della Marca Trevigiana può diventare un laboratorio d’innovazione a livello nazionale, ma serve visione di filiera».
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