Delitto Casagrande, paga solo il cronista

La morte della pasticciera è un mistero lungo 22 anni. L’unica condanna è per il giornalista che non ha smesso di indagare
BORIN CASALE SUL SILE IN VIA M.TE PELMO GIUSEPPE GENTILE MARESCIALLO CARABINIERI IN PENSIONE AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM
BORIN CASALE SUL SILE IN VIA M.TE PELMO GIUSEPPE GENTILE MARESCIALLO CARABINIERI IN PENSIONE AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM

L’omicidio di Sandra Casagrande, la pasticciera quarantaquattrenne di Roncade uccisa all’interno del suo negozio il 29 gennaio del 1991 con 22 coltellate, è un mistero che dura da oltre 20 anni. L’assassino infatti non è mai stato individuato, nonostante il procuratore Antonio Fojadelli abbia provato, un paio d’anni fa, a riaprire il caso utilizzando nuove e sofisticate tecniche di analisi del Dna. L’unico ad essere finito sotto processo nel corso di questi decenni è stato invece il giornalista che su questo delitto non ha mai smesso di cercare la verità. E, se da una parte l’indagine di Fojadelli è finita in una nuova archiviazione, dall’altra si è invece chiuso ieri il processo al cronista Gianni Favero, che sul caso ha anche scritto il libro “Il gioco del torello. Sandra Casagrande, autopsia di un’indagine”. Il tribunale di Treviso l’ha condannato al pagamento di un’ammenda di 700 euro, per aver diffamato, durante un incontro pubblico, Giuseppe Gentile, il maresciallo comandante della stazione dei carabinieri di Roncade all’epoca dell’omicidio.

Al centro del processo la presentazione pubblica del libro scritto dal giornalista trevigiano, avvenuta nel febbraio 2011 proprio a Roncade. Nel corso della serata, riferendosi in “modo univoco” (secondo l'accusa) a Giuseppe Gentile, Gianni Favero aveva duramente criticato il comportamento dell’ex maresciallo. In particolare il giornalista criticò soprattutto il comportamento dell’uomo in relazione alla sua attività istituzionale. Le affermazioni erano state registrate e poi pubblicate prima da youtube e poi dal sito online Roncade.it. Frasi che il diretto interessato, ovvero l’ex maresciallo Gentile, ha ritenuto offensive della propria reputazione a livello personale e professionale, e che lo hanno spinto a denunciare il giornalista. Favero, che a sua volta ha risposto con una denuncia nei confronti di Gentile, si è sempre detto convinto di non aver diffamato l’ex carabiniere. «Quelle stesse parole le ho riferite in tutte le sedi competenti», ha spiegato, «non erano certo buttate là in piazza». Gentile ha poi presentato anche una seconda denuncia per una raccolta di articoli di stampa, pubblicata sul sito roncade.it.

Si tratta dunque dell’unica condanna emessa, ad oggi, dal tribunale di Treviso in relazione al delitto Casagrande. La sera del 29 gennaio del 1991 la pasticciera è nel suo negozio di via Roma a Roncade. Il negozio è chiuso, ma lei deve confezionare alcune bomboniere. Al piano di sopra, dove vive, ha già pronta la vasca per il bagno. Qualcuno però si presenta alla porta della pasticciera «Due Torri», qualcuno che lei lascia entrare, che forse conosce. E che la uccide con 22 violentissime coltellate.

Nel giugno del 2009 la Procura di Treviso ha poi riaperto il caso, avendo in mano il profilo genetico dell’uomo che uccise la pasticciera. Il Dna era stato trovato su tre banconote da 10 mila lire rinvenute nel distributore automatico Agip di Biancade, dove il killer si era presumibilmente fermato per fare il pieno alla sua autovettura. Sulle banconote c’era il sangue di Sandra. Ma c’erano anche altre tracce organiche che avevano permesso di ricavare un profilo genetico che non apparteneva alla vittima. E che gli inquirenti avevano attribuito all’assassino. Era stata poi la trasmissione “Chi l'ha visto?” a imprimere una svolta nelle indagini, mandando in onda una telefonata di un telespettatore anonimo, di Roncade, che disse testualmente di sapere chi era l'assassino: «Sandra l’ha uccisa un uomo in divisa», aveva dichiarato. «Sono pronto a sottopormi al test del dna, non ho nulla da nascondere: non sono io l'assassino». Così aveva poi parlato il maresciallo Giuseppe Gentile, comandante della stazione dei carabinieri di Roncade nel 1991, all’epoca del delitto di Sandra Casagrande.

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