Decolla il progetto per digitalizzare la cultura opitergina

ODERZO
Una più intensa attività sui social network per diffondere ancora di più il nome di “Oderzo Cultura” e delle opere contenute nel Museo Eno Bellis e nella Pinacoteca Alberto Martini, e dei libri che si possono trovare nella Biblioteca civica, oltre a dare un conforto culturale in questi giorni di clausura domestica.
LO STRUMENTO DEI SOCIAL
Senza contare l’ulteriore possibilità di diffondere la voce della mostra “L’anima delle cose”, aperta in questi giorni a Palazzo Foscolo se non fosse stato per l’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus. È per questo che negli scorsi giorni i social network della fondazione che gestisce il patrimonio culturale opitergino si sono riempiti come mai prima di opere d’arte. Ogni nuovo post è stato accompagnato dall’hashtag che in questi giorni va assolutamente per la maggiore su tutti i social network: #iorestoacasa.
LA CULTURA NON SI FERMA
L’idea, nata quando il primo decreto del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha bloccato per la prima volta gli accessi ai musei (che, dopo essere stati solo contingentati, sono tornati ad essere assolutamente vietati almeno fino al 3 aprile), ha seguito fin da subito un principio: «Se gli edifici di Oderzo Cultura devono restare chiusi, la cultura non si ferma di certo». Il progetto digitale, seguito principalmente da Elisa Lorenzon che per Oderzo Cultura è la responsabile degli eventi, è partito subito dopo l’obbligo di chiusura e non si fermerà probabilmente nemmeno dopo che le porte di Museo, Pinacoteca e Biblioteca verranno riaperte: «È un’iniziativa portata avanti anche in collaborazione con gli uffici stampa che seguono le mostre che stiamo ospitando in questo periodo», spiega Carlo Gaino, presidente di Oderzo Cultura.
“L’ANIMA DELLE COSE”
Gaino si riferisce principalmente a “L’anima delle cose”, la mostra ospitata a Palazzo Foscolo dal 24 novembre e fino al prossimo 31 maggio che tende a riscoprire il passato più lontano di Oderzo, quello della romana Opitergium. Il primo di quei reperti postati su Facebook e Instagram è stata una collana d’oro romana, ricchissima e preziosissima: «L’idea è quella di permettere alle persone di poter fruire del nostro patrimonio anche se in questo momento non possono venire fisicamente da noi», prosegue Gaino.
LA NEWSLETTER
L’impegno prosegue con la newsletter della fondazione, tramite la quale tutti gli iscritti potranno ricevere informazioni sulle opere esposte oltre a non perdere le nuove date degli appuntamenti targati “OC”, Oderzo Cultura, almeno quando quelli saltati nelle scorse settimane potranno finalmente essere fissati nuovamente, si spera per i prossimi mesi. Il prossimo grande appuntamento è quello con il teatro all’aperto di “Parcoscenico”. —
NICCOLò BUDOIA
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