Dante censurato alle medie, prof e dirigente scolastica assolte

Archiviati i procedimenti disciplinari dopo il caso scoppiato alla scuola Felissent di Treviso

Pietro Nalesso

Dante “censurato” a scuola, archiviati i procedimenti disciplinari nei confronti della dirigente Francesca Magnano e della docente 63enne delle medie Felissent di Treviso.

L’insegnante era stata “accusata” a maggio scorso di aver esonerato due studenti musulmani dallo studio della Divina Commedia di Dante, opera in cui il sommo poeta colloca Maometto “all’inferno”. La docente avrebbe proposto alle famiglie un nulla osta, negato, che avrebbe portato alla decisione di far studiare Boccaccio al posto di Dante. Da qui è nata l’apertura di procedimenti disciplinare nei confronti della docente tramite l’invio di commissari da parte del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

Gli stessi ispettori hanno accertato che non si è trattato di alcun illecito ed è stata archiviata la contestazione per quanto riguarda la professoressa. Parallelamente era stato aperto un procedimento disciplinare nei confronti della dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Francesca Magnano, “rea” di non aver vigilato sul presunto mancato insegnamento di Dante. Una volta archiviato il procedimento della professoressa è successo lo stesso con quello della dirigente, non sussistendo il fatto.

Nel mentre, però, erano piovute le critiche da esponenti illustri della Destra, ben prima della comunicazione degli eventuali provvedimenti. Dal sindaco Mario Conte a Daniela Santanché, passando per il generale Roberto Vannacci: alle Felissent Dante Alighieri lo studiano tutti, non c'è stata nessuna censura e nessun tentativo di scarabocchiare sui versi di una delle più grandi opere della storia dell’uomo.

Tanto scalpore, polemiche e discussioni superflue in difesa del nostro patrimonio culturale, nell’occhio del ciclone due rappresentanti delle scuole di via San Zeno che negli ultimi mesi hanno ricevuto una contestazione di carattere etico sul proprio operato professionale: “C’è stato tanto clamore per nulla- dichiara Marta Viotto di Flc, il sindacato che si occupa della scuola di Cgil Veneto- una campagna ideologica contro l’autonomia di scelta didattica e pedagogica. Si è trattato di una strumentalizzazione che ha aggredito l’autonomia e la professionalità di due lavoratrici, mettendo in discussione la libertà d’insegnamento della docente e la responsabilità dirigenziale. L’amministrazione si occupi di questioni ben più gravi e urgenti che riguardano le scuole, come le cattedre ancora vacanti, la precarietà e le carenze dell’organico docente di sostegno”.

Restano, dunque, i dubbi su come una cosa inesatta sia diventata una questione politica nazionale, ora è stata fatta chiarezza sulle suggestioni iniziali: pare che tutto nasca da una sostituzione di alcuni temi relativi a Dante in sede di verifica in favore di Boccaccio per agevolare i due studenti musulmani assenti al momento della spiegazione a lezione. Da qui è stato montato il caso su cui è stato messo il punto finale solo qualche giorno fa a distanza di mesi dalla tempesta mediatica.

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