Dallan: «Nessuna notte rovente con Lea Di Leo»

L’ex campione di rugby legge in aula le bozze del libro in cui la pornostar descrive un loro rapporto sessuale. Ma nega tutto

Le roventi notti di Lea Di Leo con i protagonisti dello sport trevigiano sono state al centro della nuova udienza del processo per il presunto ricatto tentato dalla casa editrice Imart con il libro di memorie della pornostar di Castelfranco. Questa volta è stato il turno di Denis Dallan, ex campione del Benetton rugby e della nazionale, e Reginaldo, attaccante brasiliano in forza al Treviso fino all’estate 2006 e ora al Siena. Entrambi hanno negato con forza di aver avuto rapporti sessuali con la Di Leo, confermando però di essere stati contattati dalla casa editrice, con richieste di denaro fino a 20.000 euro per cancellare i loro nomi dalla biografia della pornostar.

Il primo a parlare, in qualità di testimone, è stato Dallan, diventato un personaggio televisivo un paio d’anni fa dopo aver partecipato all’Isola dei famosi. Ha raccontato di aver conosciuto Lea Di Leo in un locale di Treviso nel 2004/2005 e, dopo, di averla incontrata una sola volta a casa sua. Secondo quanto riportato da Repubblica.it Dallan tentennava nel ricordare il suo rapporto con la pornostar. A quel punto il pubblico ministero, Dino Petralia, l’ha costretto a leggere in aula un passo delle bozze del libro, in cui la Di Leo descriveva un rapporto anale con il rugbista che, poi, ha spiegato di aver ricevuto dalla casa editrice la richiesta di 15-20.000 euro per una partecipazione agli utili del libro e per “cestinare” il capitolo a lui dedicato.

Reginaldo, che ha negato di aver avuto rapporti sessuali con la Di Leo, ha spiegato che la donna gli era stata presentata a Treviso da alcuni suoi compagni di squadra, tra i quali Marco Boriello, con i quali divideva l’appartamento. Il brasiliano ha poi definito “invenzioni” i racconti fatti dalla pornostar nelle bozze del libro poi inviategli con la richiesta di pagamento di 15.000 euro. «Non ho mai pagato ma ero preoccupato perché ho una famiglia, per mio figlio», ha detto il calciatore, «volevano quei soldi per evitare di scrivere il mio nome mettendo nel libro solo la iniziale “R” puntata».

La pornostar di Castelfranco e il suo libro di confessioni, scritto ma mai pubblicato, sono al centro del processo che si sta svolgendo a Marsala. In tribunale si vuole andare a fondo dei ricatti che hanno bloccato l’uscita del libro. Giuseppe Aleci e Gaspare Richichi, presidente e direttore editoriale della Imart, dopo aver letto il libro di Lea di Lea, avrebbero ben pensato, invece di pubblicarlo, di ricattare i partner notturni della pornostar. Una lista che attinge allo sport, allo spettacolo, e alla politica. Addirittura alla chiesa, «come cliente ho avuto anche un vescovo, aveva un grosso crocifisso al collo…», ha raccontato Lea Di Leo al giudice Roberto Riggio. Molte delle notti di sesso raccontate nel libro sarebbero avvenute a Treviso. Tra i coinvolti, stando a quanto raccontato dalla pornostar, tre sportivi molto noti, Dennis Dallan, Walter Bressan, calciatore che ha militato nel Treviso e in molte squadre di serie B, e Reginaldo. «I ricatti sono stati fatti a mia insaputa», ha sempre detto la pornostar.

@giorgiobarbieri

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