Dal tank direttamente al bicchiere il software serve birra artigianale

Sabato a Castello di Godego si inaugura “Birrificio 17” con la degustazione innovativa 

LA PROPOSTA

Quattro Archimede dei giorni nostri riscrivono le regole della birra alla spina e in ballo c’è pure un brevetto. Arriva a Castello di Godego la birra self-service, dal tank direttamente al bicchiere: a servirvela non ci sarà un cameriere ma un software. “Dal Tank al bicchiere, senza passaggi intermedi”. È questa la filosofia alla base di Birrificio17, il nuovo pub che sarà inaugurato sabato 9 marzo in via Chioggia 79/e. La novità è che la birra non verrà spillata dai fusti, ma direttamente dal tank (quella che per il vino è la botte, per capirsi), nel locale stesso in cui è stata prodotta. Marco, Michele, Marco e Fabio sono quattro amici che si sono conosciuti a un corso sulla birra artigianale. Proprio lì, nel gruppo numero 17, è nata l’idea di dare vita a qualcosa di nuovo. Una proposta pensata per chi ama gustare la birra e il sapore dell’artigianalità in un ambiente piacevole e sereno. Ad accompagnare le birre “a metro zero” c’è un’offerta gastronomica che punta su prodotti locali.

Birrificio17 è un capannone in stile industriale con vista sul monte Grappa. Alla sinistra del bancone si trova una vetrata che permette di sbirciare nel birrificio, per scoprire dal vivo come nasce la birra. Di fronte all’ingresso si trova invece il vero simbolo del locale: quattro tank per spillare le eccellenze del mastro birraio: “Sfinge”, “Musa”, “Postumia” e “Capra”. «Da una parte la tranquillità di un posto sereno e accogliente, dove mangiare ottimi panini e dall’altra un birrificio con tank in fermento, pronti a regalarci birra rigorosamente non filtrata e non pastorizzata», spiegano i quattro soci, «vogliamo che chiunque entri nel nostro brew pub possa trascorrere un po’ di tempo senza pensieri, spillando la propria birra e gustando un buon panino in compagnia». Lo spirito d’iniziativa e la voglia di riscrivere le regole, ci sono tutte.

Fabio, il più giovane, appena 30 anni, spiega così il processo: «Tra poco sarà pronto il software che permetterà di servirsi da soli alla spina. Si potrà decidere che birra degustare, la quantità e il computer spinerà l’esatto corrisposto di birra che si desidera bere». Insomma, dall’impianto di produzione al bicchiere del “sabato sera” grazie a una piccola scheda elettronica che permetterà ai clienti di servirsi da soli.

«È un sogno che si realizza», continua Fabio, «abbiamo creduto nella nostra passione e per caso ci siamo incontrati a questo corso per mastri birrai. Così è nato Birrifcio17, una proposta alternativa nel panorama delle birre artigianali». Il locale sarà aperto tutti i giorni tranne il martedì. I quattro “pionieri” sono tre padovani e un ragazzo da Paese.

«Il passaggio diretto dal tank al bicchiere esiste già, ma il self service è una cosa nuova, soprattutto il software per la distribuzione diretta è un piccolo passo verso il nuovo», conclude Fabio. Ebbene sì, ecco servita una birra artigianale, fatta da giovani e spinata da un software. —

Elia Cavarzan

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