Dal dentista c’è l’effetto crisi il paziente lascia le cure a metà

L'effetto della crisi economica si fa sentire anche sulla cura di bocca e denti dei trevigiani: il 32 per cento va dal dentista solo nei casi d'urgenza, il 37 per cento vi ha completamente rinunciato nello scorso anno. Quasi una persona su tre trascura la propria igiene orale a causa del costo degli interventi e il 10 per cento delle famiglie interrompe i trattamenti perchè non riesce a pagare il medico. Un quadro preoccupante, rispetto al quale l'associazione medici dentisti (Andi) di Treviso sta elaborando nuove strategie e nuovi approcci a favore dei pazienti.
A confermarlo è il presidente dell'associazione, appena riconfermato, Luigino Guarini, insieme al suo vice, Gianfranco Dotto, odontoiatra in forza al reparto di Chirurgia maxillo facciale del Ca' Foncello.
«Il 2013 ha fatto toccare con mano ai dentisti le difficoltà che stanno affrontando le famiglie trevigiane. Sta sensibilmente aumentando il fenomeno di quei pazienti che iniziano le cure e poi non riescono a saldare la parcella. C'è chi non si fa più vedere a lavoro compiuto e chi interrompe le cure nel mezzo del trattamento. Il problema del pagamento coinvolge il 10 per cento di coloro che varcano la soglia di uno studio odontoiatrico», ricorda Guarini.
Difficoltà che i professionisti della Marca stanno affrontando riducendo i costi e offrendo possibilità di rateizzazione all'utenza. «Noi di Andi Treviso siamo poco meno di 500 soci iscritti, su circa 650 medici presenti a livello ordinistico. Molti di noi hanno già cercato di comprimere i costi e quindi gli onorari, tenendo il tariffario bloccato ai prezzi del 2009», continua il presidente «e, in fatto di agevolazioni, al di là dei grossi finanziamenti pubblicizzati dalle cliniche, anche gli studi più piccoli e mono-professionali vengono incontro al paziente, in nome della continuità terapeutica e del rapporto di fiducia che si instaura».
Oltre alla crisi economica, i dentisti trevigiani devono fare i conti anche con la concorrenza straniera, e quindi con la migrazione odontoiatrica verso paesi dell'est Europa che offrono apparecchi low cost e impianti a prezzi stracciati. «Per questo ci potremmo attrezzare a livello di network, per contrastare i viaggi all'estero. Non va dimenticato che il turismo sanitario porta capitali italiani altrove e spesso comporta un ritorno di spesa per il nostro paese. I pazienti in cui emergono complicanze e insuccessi si rivolgono talvolta alla sanità pubblica».
Il nuovo direttivo di Andi del capoluogo si prefigge infine un terzo ambito d'intervento: la lotta all'abusivismo nella professione. Fuori dallo studio c'è scritto dottore, ma dentro alla bocca ci finiscono le mani di una persona senza qualifica o di un prestanome.
«Una pecca atavica», continua Guarini, «purtroppo la legge non funziona da deterrente perchè sanziona poco. Il paziente, comunque, può difendersi, in caso di dubbio vada a consultare il sito della “Fnomceo” (albi professionali) e l'albo. Inserendo nome e cognome del medico, o del presunto tale, può verificare in tempo reale».
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