Da Treviso all’Ucraina in dono la membrana amniotica per curare i feriti di guerra

L’invio gratuito di tessuti amniotici su richiesta della Bioimplant del ministero della Sanità di Kyev

Valentina Calzavara

TREVISO. Dalla Marca all’Ucraina per supportare i feriti di guerra. Il ponte della solidarietà collega con un filo diretto la Fondazione Banca dei Tessuti di Treviso con i medici impegnati nelle zone di guerra dell’Est per curare le ustioni dei soldati e dei civili sotto i bombardamenti.

UN DONO PREZIOSO

«Su richiesta della Bioimplant del ministero della Salute Pubblica di Kiev abbiamo dato la nostra disponibilità alla fornitura gratuita di membrane amniotiche liofilizzate, un tessuto umano con caratteristiche terapeutiche straordinarie, richiesto e molto utilizzato dai più importanti centri ustioni per trattare lesioni e ulcere gravi» conferma la dottoressa Diletta Trojan, direttrice della Fondazione Banca dei Tessuti di Treviso nonché presidente dell’Associazione europea che raggruppa le banche di cellule e tessuti (Eatcb). Grazie all’intesa tra il polo trevigiano e le istituzioni ucraine la scorsa settimana il dottor Aleshenko è arrivato nella Marca per recuperare il materiale biologico. Un lunghissimo viaggio in autobus per ritirare la preziosa valigetta con la membrana amniotica donata ed è quindi ripartito affrontando nuovamente 2.000 chilometri e oltre 20 ore di viaggio per portare una speranza ai feriti ucraini.

UN’ECCELLENZA ITALIANA

«La collaborazione tra la nostra realtà e il Bioimplant di Kiev è stato frutto di una collaborazione che già esisteva con la Banca degli Occhi di Mestre, abbiamo iniziato a dialogare e dato la nostra disponibilità» prosegue la dottoressa Trojan. La scelta, ricaduta sulla Fondazione trevigiana della Banca dei Tessuti non è stata casuale. «Su 100 donazioni di placenta in Italia, ben 92 vengono gestite da noi» sottolinea la direttrice «e poi siamo l’unico centro che fornisce membrana amniotica liofilizzata, che non richiede di essere trasportata a meno 140°C». Un aspetto quest’ultimo che ha fatto la differenza nel consentire al dottor Aleshenko di affrontare migliaia di chilometri sui mezzi pubblici, senza pericolo che la donazione potesse essere danneggiata. Un semplice pacco a proteggere i tessuti. E ora il centro d’eccellenza trevigiano punta ad ampliare ulteriormente lo stock di membrana amniotica per dare un supporto nei prossimi mesi del conflitto che si preannunciano altrettanto difficili.

A COSA SERVE

La membrana amniotica, donata dopo il parto, è infatti una preziosa alleata nella cura della pelle danneggiata a seguito di gravissime lesioni. Questo impiego si aggiunge a quello più tradizionale legato alle terapie oculari. La membrana amniotica è una pellicola che ricopre la placenta e che può essere donata dalle mamme che partoriscono con parto cesareo programmato: nel 2021, a livello nazionale, il 92% delle donazioni di placente è avvenuto in Veneto con un ruolo importante delle strutture sanitarie della Marca. «La ricerca costante e lo sviluppo di soluzioni all’avanguardia sono gli aspetti che caratterizzano l’attività della Fondazione» prosegue la direttrice Trojan «e grazie a questo oggi siamo in grado di distribuire la membrana amniotica in forma liofilizzata che agevola le modalità di trasporto e conservazione. I buoni risultati clinici portano i chirurghi ad utilizzare sempre più il tessuto omologo che per alcuni interventi diventa salvavita. Ma tutto ciò è possibile non solo all’impegno di quanti lavorano in Fondazione, ma anche grazie alla forza degli operatori di tutta la Rete Trapianti del Veneto e dei donatori».

QUALCHE NUMERO

Stando agli ultimi dati annuali, la Fondazione Banca dei Tessuti di Treviso gestisce 3.541 tessuti donati, provenienti da 191 donatori multitessuto e 651 da vivente. A livello nazionale il polo della Marca si occupa di conservare e preparare per il trapianto: il 73% di tessuti vascolari, il 45% tessuti cardiaci e la quasi totalità delle donazioni da placenta. La ricerca scientifica va di pari passo con l’attività di processazione del materiale donato con metodi sempre più avanzati a supporto della clinica. Valentina Calzavara

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