Da Spasseton a Joani Cornice palladiana per la rimpatriata della band di Riese

LA SERATA Una dissacrazione che vale come una consacrazione. Sul palco realizzato sulla scalinata della palladiana Villa Emo patrimonio dell’Umanità, i Los Massadores festeggiano i dieci anni di...

LA SERATA

Una dissacrazione che vale come una consacrazione. Sul palco realizzato sulla scalinata della palladiana Villa Emo patrimonio dell’Umanità, i Los Massadores festeggiano i dieci anni di attività.

Lo fanno a modo loro, irriverenti e graffianti, da intelligenti deficienti, con il loro «non senso» dai molti significati. Sul piazzale, più di duemila persone - giovani, meno giovani, per niente giovani - che cantano come avessero davanti i Pooh.

Cominciano con «Spasseton» e concludono laddovetutto è cominciato, con quel «Joani» diventato il simbolo della rinascita di Vallà dopo il tornado del giugno 2009. Lanciatissimi allora grazie ai social, dieci anni dopo hanno sei album e settantadue brani alle spalle, decine e decine di concerti in ogni angolo del Veneto, le visualizzazioni di «Joani» e «Naily» sfiorano le settecentomila e loro sembrano divertirsi ancora, senza prendersi troppo sul serio.

Per questi dieci anni da «deficienti» si sono regalati una sera ospitando sul palco gli amici musicisti: dai Do'Storieski e Leo Miglioranza al Coro Valcanzoi, dall’italico inno di Francesco Grollo al rock trevisano di Ricky Bizzarro con Simone Chivilò, gli applauditissimi Marco Cadorin e Francesco Sartoretto e poi ancora Enrico Barbaro e Dario Antonini, Luca Condotta, il Bloko Intestinhao. Insomma, un pot pourri - loro direbbero un missiotto - della musica e del cabaret trevigiano. Una mescolanza ben riuscita e sapientemente condita dalle battute del front man e leader dei Los, Matteo Guidolin, che nel frattempo è diventato sindaco di Riese.

Sul palco, fasciati da improbabili completi rosa, spazio per la rentrée di chi ha scelto altre strade (come Dario Antonini), e posto fisso per i componenti storici: oltre a Guidolin, Dimitri Trinca, Andrea Bosa, Mauro Berti, Luca Giacomazzi, Andrea Piccolo,Andrea Roncato, Andrea Carraro, Enrico Sartoretto. Ovazione, naturalmente, per l’erotica «Conquistare una donna» e la classica «Sposerò Andrea Bosa». Mancavano solo gli accendini che facevano molto CocaCola. Anzi, mancavano anche i burger e la frittura di pesce, finiti troppo presto. Tre ore di musica e divertimento.

Un amarcord, in larga parte in dialetto veneto, «perchè questa è la lingua che conosciamo». E chi non la conosce «cassisui».

D.F.



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