Da oggi ci si sposa anche a villa Chiminelli e alle Fornaci Baghin

Il Comune dà il via libera ai nuovi siti per le celebrazioni Disponibili anche Barbesin, villa Ca’ Amata e l’Accademico
Sandri Sant'Andrea Oltre Il Muson villa Corner Chiminelli collegata alla mostra Veronese nelle terre di Giorgione
Sandri Sant'Andrea Oltre Il Muson villa Corner Chiminelli collegata alla mostra Veronese nelle terre di Giorgione

CASTELFRANCO. Da oggi ci si potrà scambiare il fatidico sì anche a Villa Chiminelli e alle Fornaci Baghin: la giunta ha dato il suo ok alla richiesta che anche in questi due siti si possano celebrare matrimoni civili, così come in municipio. Si allarga dunque in città l’opportunità di scelta di location dove convolare a nozze con il rito civile, che diventano ben cinque: oltre alle ultime arrivate, vi sono già villa Ca’ Amata al golf club, l’hotel ristorante Barbesin e persino il Teatro Accademico.

Una possibilità che però ha anche un costo in termine di “diritti” che arrivano nelle casse comunali: 350 euro se uno dei due sposi è residente a Castelfranco o iscritto nell’Aire (registro degli italiani all’estero) del comune; 500 euro per tutti gli altri.

Nel caso delle new entry si tratta in entrambi i casi di siti di grande fascino: Villa Chiminelli a Sant’Andrea Oltre il Muson è un bellissimo esempio di villa veneta, il cui piano nobile si presenta con una ricca decorazione ad affresco – attribuita a Benedetto Caliari, fratello di Paolo Veronese – dal quale si accede mediante un portico a un grande giardino lastricato che può ospitare fino a 70/80 persone. Da qui, dando le spalle alla villa, si possono ammirare, oltre l’antico cancello un grande viale alberato che divide in due la tenuta agricola destinata in parte a vigneto e in parte alla coltivazione agricola. Pregevole e recentemente restaurata anche la “Sala dei Rustici” situata al piano terra in cui possono essere sistemate circa 150 persone sedute.

La Fornace Baghin, in zona Bella Venezia, è invece un esempio di archeologia industriale. Gaspare Polese (1831-1918) architetto ed ingegnere, la fondò a metà dell’800, per proseguire la produzione con il figlio Jacopo sino all’inizio della seconda guerra mondiale e poi dal ’50 con gli eredi e dal 1957 con il subentro della famiglia Baghin, che ancora mantiene il sito come sede museale. Oggi ripercorre la storia della produzione di attrezzi per l’agricoltura e l’edilizia, ma anche come polo di ristorazione: e tanti sono ormai gli eventi ospitati qui, anche le convention politiche, oltre ovviamente ai pranzi di nozze, che d’ora in poi, quindi, potranno essere preceduti o seguiti dalla cerimonia vera e propria con l’ufficiale designato dal Comune che, oltre al sindaco, può essere una persona da lui delegata.

Il delegato permanente è il vicesindaco Gianfranco Giovine che, in qualità di assessore al Turismo, ha più volte sottolineato l’attrattività della città in particolare per gli eventi nuziali.

Ma perché decidere una sede alternativa alla sala consiliare? «Due sono principalmente le motivazioni», spiega Chiara Fraccaro, titolare dell’agenzia castellana di wedding planner Frangipane, «la prima è dettata dalla comodità di tenere in una unica location tutto l’evento con spazi molto scenografici come può essere un giardino o il salone di una villa. La seconda è che questo può contemplare varianti che sarebbero impossibili in una sede comunale, come il lancio di petali di fiori. Ormai si vuole che la celebrazione di un matrimonio sia molto simile alle cerimonie all’americana: questi siti, oltre che attrattivi, possono essere facilmente adattati alle esigenze e al gusto degli sposi per dare vita a quello che vuole essere il giorno più importante della loro vita». —

Davide Nordio

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso