Da Fassa ristori milionari per sanare i conti dello yacht

Il colloquio dell’ottobre scorso tra Paolo Fassa e gli inquirenti che lo hanno indagato per frode fiscale e autoriciclaggio assieme alla figlia Manuela ha avuto come conseguenza pressoché diretta l’avvio di pagamenti milionari dall’imprenditore all’Agenzia delle Entrate. I valori sono top secret, i documenti sono passati solo ed esclusivamente per gli uffici della procura di Milano e dell’Agenzia, ma si tratterebbe di cifre che ad oggi oscillano tra i 4 e i 5 milioni di euro.
Non è dato sapere se siano a copertura parziale o totale della contestazione fiscale mossa a Fassa e alla figlia Manuela (entrambi indagati) nell’inchiesta guidata dalla Procura di Milano e dal Nucleo di polizia tributaria della Finanza di Milano; fatto sta che dimostrerebbero il peso milionario delle «irregolarità» – come ammesso dallo stesso imprenditore – fatte per gestire l’acquisto e la manutenzione del mega yatch “Blanca”, da venerdì sotto sequestro nel porto di Genova.
«È un provvedimento assurdo e lesivo», ha detto Fassa alla scoperta della pubblicazione dell’indagine che lo riguardava, «sono stato io ad autodenunciarmi a ottobre» ha sostenuto. I verbali di quell’incontro tra l’imprenditore e il pool di investigatori sono stai in parte pubblicati, e vedrebbero Fassa ammettere l’irregolarità, ma non la responsabilità. «Non mi occupo dei conti» ha detto al nostro giornale. Da quali passaggi, e con quali indicazioni e responsabilità sia maturato «il complesso meccanismo di frode fiscale posto in essere mediante il ricorso sistematico a false fatturazioni» di cui sono accusati Fassa e la figlia (come evidenziato dalla Finanza) sarà ora questione di avvocati. Intanto il Fisco ha ottenuto i (primi?) ristori.
Gli inquirenti ribadiscono la «correttezza dell’impianto accusatorio» evitando di entrare nel merito delle dichiarazioni di Fassa che ora affronterà con la figlia in caso a suon di legali. L’accusa per entrambi è frode fiscale ed autoriciclaggio, che ha portato al sequestro del mega yatch, e di 1,5 milioni depositati in conti correnti. Sequesti “per proporzione” ha spiegato ieri il nucleo di polizia tributaria di Milano, ovvero pari al valore del movimentato nell’arco di anni per la gestione della imbarcazione. I ristori faranno venir meno i sigilli? Si vedrà nei prossimi tempi. Fassa intanto è pronto a muovere battaglia anche a chi – forse proprio a fronte del fatto che fosse già in corso un ravvedimento fiscale – ha divulgato la notizia. Per quanto riguarda lo yatch non nasconde la sua «passione». «Quando l’ho visto me ne sono innamorato e l’ho comprato» avrebbe raccontato agli stessi inquirenti, «dicendo poi al mio direttore amministrativo di gestire il “come”.
Di certo, dal 2008 (anno di acquisto) ad oggi, si è trattato di un impegno economicamente fuori portata (per i non miliardari): un leasing da 23 milioni e 9,4 milioni circa in dieci anni circa per la gestione e l’utilizzo. E non poteva essere da meno pensando a un panfilo di quattro ponti, 53 metri di lunghezza, dieci di larghezza, una plancia di comando grande quanto un miniappartamento, un equipaggio ance di 12 persone per muovere “Blanca” da un porto all’altro.
L’ultima crociera era di questa estate quando era arrivato fino in Grecia per poi rientrare via Sardegna. Chissà ora quando tornerà a mollare gli ormeggi. —
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