«Così si possono cancellare le cicatrici dei dolori subiti»
Non darla mai vinta ai soprusi e alle botte. Nemmeno ai segni indelebili della violenza fisica lasciati sul viso o su altre parti del corpo. Per riprendersi attraverso la cura di sé la dignità ferita....

Non darla mai vinta ai soprusi e alle botte. Nemmeno ai segni indelebili della violenza fisica lasciati sul viso o su altre parti del corpo. Per riprendersi attraverso la cura di sé la dignità ferita. E cancellare grazie alle nuove frontiere della medicina quelle cicatrici che insieme al volto, delle donne hanno ferito ancor più in profondità l’anima. A tendere una mano alle vittime di violenza fisica è una dottoressa trevigiana, Rita Molinaro, medico specialista in dermopigmentazione, una serie di piccoli interventi per introdurre pigmenti colorati nel derma, come avviene per un semplice tatuaggio, con l’effetto di cancellare le cicatrici chirurgiche. Si utilizza per la ricostruzione in seguito a interventi. E per questo la specialista collabora con la Lega italiana per la lotta ai tumori, l’ospedale di Treviso e il Cro di Aviano.
Dottoressa, quando è necessario intervenire per nascondere i segni di violenza fisica?
«Quando ci sono esiti importanti ed evidenti di cicatrici causate da ferite, da acido o da ustione. Ricevere un forte pugno al volto può rovinare per sempre la conformazione delle labbra ad esempio. O delle sopracciglia. Cambiando di conseguenza completamente i tratti fisici della persona. Le donne vittime di violenza non si riconoscono più allo specchio e al danno per la violenza fisica si aggiunge quello psicologico».
In medicina in quali altri casi viene utilizzata la dermopigmentazione?
«Questa tecnica nasce come intervento post operatorio nelle gravi patologie maxillo facciali ad esempio. O per la ricostruzione del derma a seguito di operazioni chirurgiche in particolare nei malati oncologici. È utilizzata per le donne sottoposte a interventi a causa di un tumore al seno. Ma purtroppo oggi si utilizzano sempre più di frequente queste tecniche per cancellare le cicatrici lasciate dalla violenza fisica, acidi e ustioni. Di recente l’80% dei feriti dell’attentato al Bataclan di Parigi hanno chiesto di fare tatuaggi sulle cicatrici per non avere più ricordo della violenza di quel giorno. Anche in Brasile i tatuaggi servono a nascondere i segni di violenza lasciati da coltellate. Ora si interviene anche per cancellare i segni della violenza domestica».
In cosa consiste esattamente la tecnica?
«Si va a disegnare attraverso l’utilizzo di pigmenti sopra la cicatrice che va a deturpare il volto riducendone l’effetto visivo. Si tratta sempre di cicatrici stabili, i segni che restano almeno dopo un anno dall’evento del trauma, ma si vedono meno. Cancellare il segno della ferita fisica però da solo non basta. Per questo oltre all’intervento è necessario aiutare le donne vittima di violenza con un adeguato sostegno psicologico».
Chi sono le donne vittime di violenza fisica che nell’ultimo anno a Treviso le hanno chiesto aiuto per ricostruire i lineamenti e cominciare a cancellare il dolore?
«Nell’ultimo anno sono state sette le donne che hanno chiesto un intervento di dermopigmentazione. Soprattutto di donne giovani. Ma sono ancora poche rispetto al numero delle donne vittime di violenza di genere. O perché non sono a conoscenza di questa possibilità, o perché si vergognano di esporsi. Ma servirebbe anche fare una maggiore informazione. Come si fa per i malati oncologici. Per questo è importante anche il ruolo svolto dai medici di base».
Quanto cancellare il segno della violenza aiuta le donne vittime a risollevarsi?
«Il supporto psicologico oltre all’intervento di ricostruzione è necessario. Le donne domandano la possibilità di tornare come prima. Di non aver paura di guardarsi allo specchio. La violenza ha purtroppo cancellato i punti di riferimento del loro corpo. Non riconoscono più i loro viso e la loro espressione».
Cosa succede quando dopo l’intervento le donne scoprono che le cicatrici della violenza sono sparite?
«La maggior parte di loro piange, qualcuna mi ha anche abbracciato. E’ un momento importante. Sentono di aver chiuso per sempre il cerchio della violenza. E si sono riprese la propria dignità».
Alessandra Vendrame
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