«Così rinasce Piazza del Grano»

C’è un progetto che può cambiare la logica dell’assistenza agli anziani, e modificare il volto di una parte importante della città. Il nuovo cda dell’Israa nei prossimi cinque anni vuole investire 14 milioni di euro per rivedere gran parte delle strutture di piazza Matteotti, senza però toccare la Casa Albergo. L’obiettivo è far vivere in autonomia gli anziani, garantendo loro l’assistenza, ma dimenticandosi della vecchia logica della casa di riposo: co-housing è la parola d’ordine.
Il piano Umberto I. Il fulcro di tutto il progetto denominato “Borgo Mazzin Smart Cohaousing” è l’Umberto I di borgo Mazzini. Il vecchio cda l’aveva inserito tra i beni da dismettere, ma fin dal suo insediamento il nuovo presidente, Luigi Caldato, ha voluto cambiare le carte in tavola. Nessuna vendita, ma riqualificazione. All’Umberto I troverebbero spazio alcuni appartamenti per anziani. Ci saranno degli spazi comuni, ma ognuno avrà la possibilità di vivere in completa autonomia, con il valore aggiunto dell’assistenza a portata di mano. All’interno della struttura ci sarà anche del personale in grado di intervenire per le emergenze, e gli inquilini avranno a disposizione molti dei servizi tipici della casa albergo. Sarà possibile chiamare medici e fisioterapisti, per citare un esempio. La corte interna della Umberto I inoltre resterà aperta, almeno di giorno, in modo che anche i cittadini possano attraversare il chiostro della struttura. Un modo per non isolare gli anziani che vivrebbero negli appartamenti, e farli sentire come a casa.
Le altre sedi. Ma non solo l’Umberto I rientra nel mega piano presentato ieri dal consiglio d’amministrazione dell’Israa. Il pensionato Garzoni, in via Manzoni 39, sarà riprogettato per ospitare 15 camere, e una cucina in comune. Una soluzione leggermente diversa da quella dell’Umberto I. Altri appartamenti saranno ricavati nella Casa Suore, in borgo Mazzini 13 e negli spazi in piazzale Burchiellati ai civici 76, 78 e 80. Complessivamente potranno essere ospitate circa 60/70 persone in più. Oggi la capacità delle strutture dell’Israa nella zona di piazza Matteotti è di 200 persone, 168 alla Casa Albergo, e 32 in mini alloggi per persone autosufficienti.
I primi passi. I progetti del Borgo mazzini “smart co-housing” ancora non ci sono, ma l’obiettivo del cda è di arrivare a fine anno con un preliminare, e con accordi di massima con le varie istituzioni coinvolte. Sovrintendenza in primis, visto il grado di tutela di molti degli immobili.
Il piano economico. A un progetto tanto ambizioso, corrisponde un costo altrettanto elevato. Ben 14 milioni quelli che servirebbero a portarlo a termine, secondo la prima stima fatta dal consiglio d’amministrazione dell’istituto. Di questi gran parte deriverebbero dalla vendita di beni immobili, principalmente case, di cui l’Israa è in possesso ma che non sono utilizzabili. In molti casi si tratta delle abitazioni donate dagli ospiti dell’istituto dopo il decesso. Ben 9 milioni verrebbero ricavati attraverso le alienazioni. Sugli altri cinque c’è ancora un punto di domanda. Il cda andrà a caccia di finanziamenti pubblici, ma certamente non si proverà la strada del project financing, viste le inchieste che ne stanno mettendo in dubbio la validità. La speranza, non nascosta, dal direttore dell’Israa Giorgio Pavan è che le donazioni si moltiplichino. «Ci arrivano continuamente proposte di anziani, disposti a consegnarci la loro e casa e alcuni risparmi per pagarsi la retta», spiega.
Le tariffe. Il co housing e i mini appartamenti rispondono anche un criterio economico. I costi per gli ospiti sarebbero più bassi rispetto a quelli di una retta per la casa di riposo (va dai 42 ai 52 euro al giorno). L’affitto sarebbe mensile. In ogni caso il co-housing dovrà autosostenersi economicamente. L’israa oggi dà lavoro a ben 650 persone, e quando il progetto prenderà il via aumenteranno anche i dipendenti. 850 gli ospiti delle residenze dell’istituto, e altri 1000 gli anziani seguiti con l’assistenza domiciliare.
Pedonalizzazione. Il progetto strizza l’occhio all’amministrazione comunale, non solo nel nome. Il cda non fa mistero di intravedere la possibilità di pedonalizzare la strada, dal put interno fino a piazza Matteotti. Così anche chi accede alle varie strutture, i parenti degli ospiti e gli operatori potrebbero spostarsi in sicurezza. Su questo l’Israa non ha potere, ma i suoi interessi coincidono con quelli di Ca’ Sugana.
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