Coronavirus, per i buoni spesa a Treviso si parte il 6 aprile. Ecco come

Al momento serve solo l’autocertificazione. Il sindaco Conte: «Faremo verifiche, ma mi fido dell’onestà dei trevigiani»

TREVISO. Dal 6 aprile le famiglie trevigiane potranno ricevere il buono spesa. Il Comune di Treviso ha iniziato ieri a stampare i voucher per i 450 mila euro che il governo ha destinato all’acquisto di generi di prima necessità per le famiglie che dall’oggi al domani hanno visto annullarsi le loro entrate mensili a causa della chiusura dell’attività per coronavirus, o sono andate in grave difficoltà. La giunta Conte ha stabilito ieri quote e modalità per riceverlo. Se a Padova si sta già iniziando con la distribuzione, a Treviso ci vorrà qualche giorno in più, ma la procedura è simile.

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Come funziona? Le famiglie che ritengono di essere nelle condizioni per ricevere il voucher devono scaricarsi l’autocertificazione che si trova nel sito del Comune. Una volta compilata, potranno farne richiesta online inviandola all’indirizzo mail buonoalimentare@comune.treviso.it o chiamando i numeri dedicati dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18: 0422/658610 e 0422/658790. Presentata l’autocertificazione, dopo le verifiche degli uffici, scatterà la consegna del buono, che avverrà con consegna a domicilio, per evitare assembramenti in municipio. I buoni saranno in taglio da 10, 20, e 50 euro, e saranno così distribuiti per coprire il fabbisogno settimanale: 70 euro per il nucleo composto da una sola persona, 120 euro per quelli composti da due, 150 euro per tre persone, 180 per quattro fino ai 200 per le famiglie da cinque o più componenti.

L’autocertificazione non è di immediata compilazione, molte le domande poste a cui bisogna rispondere: se il nucleo è già destinatario di altre forme di sostegno, che siano ammortizzatori sociali, contributi economici, reddito di cittadinanza, assegni di disoccupazione; la quantità di soldi nel conto corrente, la proprietà della casa, se si è perso il lavoro a causa dell’emergenza Covid, se si ha un mutuo. Un reticolo di domande per cercare di inquadrare più precisamente chi ne farà richiesta.

L’indicazione è di favorire prima chi non ha alcuna forma di sostegno e di raggiungere con i buoni solo in seconda battuta chi ha già degli aiuti; ma non di escluderlo a priori. Un controllo che non non sarà facilissimo. «Confido nel buon senso e nell’onestà dei trevigiani, e mi auguro che non se ne approfittino. Certamente comunque eseguiremo controlli sulle richieste», ha spiegato il sindaco Mario Conte. «La procedura è quella che abbiamo consigliato come Anci Veneto e che vedo che molti Comuni stanno già seguendo». Ca’ Sugana ha iniziato a raccogliere le adesioni da parte dei negozianti. In questi giorni verrà creato un registro di farmacie, supermercati e alimentari che dovranno garantire uno sconto del 10% a chi pagherà con il voucher. Facendo un rapido calcolo, se a chiedere il buono spesa fossero il 5% delle famiglie trevigiane (ovvero poco meno di duemila, ma a Ca’ Sugana le previsioni sono molti inferiori), i 450 mila euro garantiranno almeno due settimane di acquisto di beni di prima necessità.

Eppure il provvedimento del governo ha creato non poche polemiche da parte dei sindaci di centrodestra che l’hanno bollato come elemosina. Alle famiglie della provincia di Treviso il provvedimento ha portato complesivamente 4,9 milioni.

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