Contraffazione delle bottiglie colorate di Bottega: assolti in tre

La guerra del packaging: a querelare era stato il legale rappresentante dell’azienda di Godega per le bottiglie oro e rosa metallizzato commercializzate da un’altra ditta
Sandro Bottega, legale rappresentante della Bottega
Sandro Bottega, legale rappresentante della Bottega

Nessuna contraffazione o imitazione. Tutti assolti, venerdì, dal tribunale di Lecco dall’accusa di contraffazione gli imputati che erano stati portati davanti al giudice dalla querela presentata da Sandro Bottega, legale rappresentante dell’omonima spa di Bibano di Godega di Sant’Urbano, che produce e vende distillati e vini su scala planetaria.

Bottega spa, che nel 2013 aveva registrato come marchi di forma, anche a livello europeo, due bottiglie di colore oro e rosa metallizzato, utilizzate per la commercializzazione di prosecco, aveva denunciato la commercializzazione da parte di una società di Ventimiglia, con marchio Liquid Gold, di bottiglie di prosecco in varie colorazioni, tra i quali l’oro e il rosa metallizzato.

Secondo Bottega l’azienda ligure avrebbe leso i suoi diritti tutelati dal marchio registrato, creando confusione nei consumatori, indotti dal packaging ad acquistare bottiglie prodotte da terzi, nella convinzione che si trattasse di prosecco Bottega.

Le bottiglie commercializzate a marchio Liquid Gold erano state prodotte nel formato 0,75l da Vinicola Tombacco di Trebaseleghe che, per una piccola partita di magnum da 1,5 litri, si era avvalsa per l’imbottigliamento e il confezionamento dell’azienda San Simone di Brisotto di Porcia.

Oltre a Tombacco e Brisotto, era stata coinvolta anche la Metallizzazione Molteni di Lecco, accusata di aver provveduto a metallizzare in varie colorazioni, tra cui oro e rosa, le bottiglie destinate a Liquid Gold. Il processo si era aperto ad Imperia ma è proseguito a Lecco, dopo che il tribunale ligure aveva accolto l’eccezione di incompetenza territoriale sollevata dalle difese degli imputati Chiara Brisotto (difesa da Antonio Malattia del foro di Pordenone), Paolo Molteni (avvocati Anna D’Agostino e Paolo Lazzaro di Pordenone) e Giuliano Tombacco (Simone Guglielmin ed Eva Baggio del foro di Treviso).

Il tribunale ha alla fine ritenuto infondate le prospettazioni dell’accusa e ha accolto la tesi difensiva, assolvendo tutti gli imputati. L’avvocato D’Agostino ha espresso piena soddisfazione per la sentenza e ha voluto precisare: «Già un paio d’anni fa avevo affrontato le stesse identiche questioni nel processo che aveva fatto seguito a una querela presentata da Bottega contro l’azienda vinicola Pitars di San Martino al Tagliamento. Anche allora, come oggi a Lecco, i giudici avevano riconosciuto la legittimità dell’operato del mio cliente». 

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