Conegliano, sciopero dei genitori alla primaria: «I nostri figli vittime di bullismo»

In una primaria di Conegliano i genitori di una classe quinta hanno proclamato due giorni di sciopero per denunciare episodi di bullismo da parte di un bambino e la mancanza di interventi efficaci

Lo sciopero a Conegliano
Lo sciopero a Conegliano

Due giorni di sciopero in una scuola primaria di Conegliano perché i genitori contestano il comportamento di un bullo che frequenta una classe quinta. I genitori si sono riuniti in comitato spontaneo e giovedì 23 ottobre hanno manifestato con cartelli davanti ai cancelli dell'istituto.

«In qualità di genitori della maggioranza dei bambini di una classe della Scuola Primaria comunichiamo la decisione di non mandare a scuola i nostri figli. Dopo un lungo percorso di dialogo con tutte le istituzioni preposte arriviamo a tanto come atto di denuncia della gravissima situazione della classe e di protesta dettata dai timori per l’incolumità dei nostri figli - scrivono papà e mamme - I nostri bambini vivono da mesi, quindi già del precedente anno scolastico, una situazione non più sopportabile, vittime di in un clima di continua e costante violenza verbale e psicologica che, in quale caso, è già sfociata in violenza fisica. Si dà atto che tutto questo si origina da dinamiche di bullismo descritte e provate in modo puntuale nelle sedi e agli interlocutori preposti, e che non possono essere qui riportante nel dettaglio, coinvolgendo minori. Denunciamo tuttavia che i nostri figli subiscono, oggi come lo scorso anno scolastico, violenze verbali e psicologiche quotidiane, alcune di queste indirizzate anche ad un minore con delle fragilità, in un contesto scolastico nel quale tutti dovrebbero essere tutelati».

E ancora: «La serenità dei bambini, la loro salute psicofisica e, non da ultima, la didattica sono messe a repentaglio ogni singolo giorno, nonostante l’impegno profuso dalle maestre, alle quali diamo atto di fare ogni sforzo possibile per proteggere i nostri figli. Come genitori abbiamo pazientemente atteso che il sistema scolastico, o chi per esso, individuasse ambiti e piani di intervento adeguati alla gravità della situazione ma constatiamo l’insufficienza delle misure messe in campo. Le interlocuzioni, alcune protocollate ed altre informali, da noi intrattenute con la Dirigente Scolastica d’Istituto, con alcuni esponenti della Giunta Comunale (nello specifico l’Assessore all’Istruzione e Politiche Giovanili e l’Assessore ai Servizi Sociali) e con altri rappresentanti delle istituzioni provinciali e regionali, sono state numerose ma non abbiamo raccolto altro che generici inviti a “stare tranquilli” oppure rimandi ad altri organi di ordine superiore che si starebbero occupando del caso, senza peraltro avere la possibilità di sapere quali questi siano e in che direzione si stiano muovendo. Non ci rassegniamo ad assistere impotenti a tutto questo, denunciamo quindi con forza la gravità di questa situazione di stallo, il cui prezzo più caro viene pagato dai nostri figli, esposti ogni giorno a comportamenti e situazioni che non sono consoni a nessun contesto, né educativo né sociale. In virtù di questo chiediamo a chi di competenza di intervenire senza ulteriore indugio, certi che al diritto all’istruzione del singolo debba quantomeno corrispondere il diritto di tutti gli altri alunni di trascorrere il tempo scuola in un clima sereno, educativo, rispettoso delle diversità e, soprattutto, non violento».

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