Condominio di 12 piani completamente sfitto

Il palazzo di via Ragusa è la punta di un iceberg a Mogliano, dove si contano 1.400 appartamenti vuoti. E si continua a costruire malgrado il calo demografico
MOGLIANO. Dodici piani, 144 appartamenti, nessun inquilino. Ormai da quasi tre anni il condominio San Fior al civico 10 di via Ragusa rimane un enorme parallelepipedo di cemento inutilizzato, che svetta disadorno tra le vicine torri del comprensorio Ronzinella. Anno dopo anno il grande palazzone si è svuotato completamente. Erano rimasti in 16, nel 2014, a battagliare contro i continui disservizi: mancanza di riscaldamento e acqua calda, interruzione del servizio elettrico per morosità, l’ascensore che si ferma. Eretto negli anni ‘70, da sempre il San Fior è stato teatro di vicende singolari: dal caso, finito in tribunale, del professionista che al ritorno da un viaggio di lavoro si ritrovò la casa occupata da un gruppo di extracomunitari che avevano anche preso “in prestito” i suoi vestiti (era il 2008), ai continui blitz di polizia e carabinieri, per vicende di spaccio, violenza e prostituzione.


Quelli appena trascorsi dovevano essere gli anni della rinascita e del rilancio sul mercato, nel segno del “social housing”, ma i buoni propositi non si sono concretizzati.


Ma il San Fior è solo la punta di un iceberg, a Mogliano, dove gli alloggi sfitti oggi sono circa 1.400. Un numero altissimo in una città di poco meno di 28 mila abitanti.


«Svuotare il San Fior è stato un grande risultato», commenta l’ex sindaco Giovanni Azzolini, «abbiamo raggiunto un accordo che prevedeva la riqualificazione energetica e architettonica della struttura, la creazione di mini appartamenti e grandi suite. È stato anche presentato un progetto agli uffici, con alcune successive varianti. Poi l’attuale sindaco non ha portato avanti la trattativa».


Gli unici lavori realmente eseguiti, due anni fa, riguardano lo smantellamento complessivo di tutti gli appartamenti, con il mobilio che è stato letteralmente fatto volare giù dalle finestre. La società proprietaria sta ora affrontando un delicato passaggio generazionale. Nel 2103 è deceduto l’imprenditore Toni Spagnol, proprietario, col fratello Mario, dell’omonimo gruppo con sede a Moriago della Battaglia.


Quello dei fratelli Spagnol è un piccolo impero: sei marchi nel settore dell’arredamento, produzione di prosecco, tra le storiche proprietà immobiliari si annoverano anche l’hotel Diana di Valdobbiadene, il Miravalle a Pianezze e il centro commerciale Intergros a Vidor. L’investimento per rilanciare il condominio San Fior, portando da 144 a 70 gli appartamenti, era stato valutato in due milioni di euro. Troppi soldi da investire, oggi, in cambio di poche garanzie: il San Fior rimane quindi un buco nero, un monumento simbolo della cronica condizione di emergenza abitativa moglianese.


Sono 1.700 gli alloggi sfitti censiti negli anni scorsi da Luciano Bellotto (compianto segretario del Sunia, sindacato degli inquilini); i dati più recenti, del Comune, ridimensionano il fenomeno a 1.400. Rimane un dato preoccupante: «Soprattutto se si considera che si continua a costruire e che nella nostra città», fa notare l’assessore Oscar Mancini, «il saldo demografico è negativo». Ci sono poi le case Ater: su 400 molte, almeno una cinquantina, sono inagibili e andrebbero recuperate.


Malgrado tutto questo, in città e fuori, spuntano un po’ ovunque nuovi cantieri, l’ultimo in via Marignana a due passi da villa Benetton; 55 mila metri di nuova edificazione incombono in pieno centro storico, al confine con l’area storica dell’abbazia benedettina tutelata dalla soprintendenza. E intanto, per chi ne fa richiesta, ottenere un alloggio popolare è quasi come vincere alla lotteria.


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