«Compro le azioni» Veneto Banca: «No tu non sei gradito»

MONTEBELLUNA. Mentre in tanti vorrebbero vendere le loro azioni senza riuscirci, lui vorrebbe acquistarne un pacchetto: ma gli dicono di no. «Lei non è un socio gradito di questo istituto bancario», la spiegazione. Protagonista della vicenda Vitale De Bortoli, imprenditore di Montebelluna, profondo conoscitore di Veneto Banca. Vi è entrato giovanissimo dipendente nel 1959, è socio dal 1964, nel 1997 è stato tra i protagonisti della «svolta» e dal 2006 è stato scaricato dal manager Vincenzo Consoli per le sue posizioni troppo indipendenti. Il tentativo di acquisto di azioni Veneto Banca risale a pochi giorni fa: De Bortoli si reca alla filiale di Montebelluna per acquistare un pacchetto di circa un migliaio di azioni che un conoscente era pronto a vendere. Fatto abbastanza raro di questi tempi in cui tanti azionisti di Veneto Banca stanno cercando compratori senza successo. Una volta, però, faccia a faccia con il consulente bancario si sente dire che non potrà concludere l'operazione. La motivazione? «Non è un socio gradito». «Dopo 22 anni come dipendente, 9 anni in consiglio mi sono sentito rispondere così», dice De Bortoli incredulo, «anni fa avevo ceduto dei pacchetti azionari ai miei figli: ho pensato di integrare la nostra posizione con questo ulteriore acquisto, ma non è stato possibile. Il consulente non ha lasciato spiragli, non è colpa sua, disposizioni dall'alto chiaramente. Continuerò ad insistere ma credo che difficilmente rivedranno la loro posizione». Tutto questo mentre sono diversi gli azionisti di Veneto Banca che vorrebbero vendere il proprio pacchetto, senza però riuscire a trovare un compratore interessato. Solo pochi giorni fa, l'ex presidente del Tribunale di Treviso, Giovanni Schivon, ha dato vita all'associazione Azionisti di Veneto Banca per cercare di tutelarne gli interessi: nell'assemblea che si è tenuta sabato scorso al cinema Lux di Spresiano in tanti avevano denunciato il problema. Alcuni avevano spiegato di essersi rivolti all'istituto di credito oramai diversi mesi fa per cercare di vendere le proprie azioni senza ottenere, a distanza di tempo, alcuna risposta. Tanto meno una soluzione ai loro problema.
«E proprio in questo contesto si inserisce la mia richiesta di acquisto: trovo assurdo che dinanzi all'evidente difficoltà di vendita venga proibito l'acquisto ad un potenziale compratore avanzando come giustificazione il fatto che è un socio scomodo». De Bortoli è determinato a portare avanti la sua crociata: non solo continuerà a insistere per poter portare a casa il considerevole gruzzolo di azioni. Ora pretende delle scuse. «Ora», conclude de Bortoli, «chiedo al presidente di Veneto Banca, Francesco Favotto, al quale va la mia profonda stima, la motivazione esatta o quantomeno le scuse per iscritto chiudendo questo sgradevole episodio». (s.g.)
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