Commemorazione per i partigiani uccisi e portati a Fontane

VILLORBA. È una storia tramandata a voce, che si stava perdendo. Ora grazie a Onorio Ghirardo, dell’associazione del Fante di Villorba, è stata messa nero su bianco, e oggi sarà oggetto di una...

VILLORBA. È una storia tramandata a voce, che si stava perdendo. Ora grazie a Onorio Ghirardo, dell’associazione del Fante di Villorba, è stata messa nero su bianco, e oggi sarà oggetto di una commemorazione che vedrà 170 partigiani arrivare a Fontane da Opicina – alle 17 deposizione di una corona di alloro al monumento in Largo Molino, alle 20.30 in chiesa a Fontane il concerto del Coro Partigiano Triestino “Pinko Tomazic” -. È la storia di cinque partigiani ammazzati in Slovenia, e seppelliti chissà dove. «Quando ero bambino, nel ’41, al vecchio cimitero di Fontane arrivarono dei camion militari con delle bare», ricorda Ghirardo. Poi non sen parlò più. «Fino al ’45 quando i parenti vennero a prendere i resti del cimitero», prosegue Onorio. Ma nel 2011 una donna, Lida Turk, ricercatrice di materiale militare, bussò alla sua porta. Stava cercando dettagli su quei partigiani uccisi. Si trattava di Victor Bobek, Simon Kos, Ivan Ivancic, Pinko Tomazic e Ivan Vadnal, fucilati il 15 dicembre del ’41 a Opicina. I loro corpi finirono in una fossa comune Fontane Chiesa Vecchia, che si trovava in via Silvello, per essere nascosti. Questa storia è raccontata nel libro “Tribunale speciale – Il secondo processo di Trieste”, scritto da Lida Turk, Kacin Wohinz e Vid Vremec. (f.c.)

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