Cinque milioni dall’Europa per case a risparmio energetico

dall'inviato
Andrea Passerini
Bruxelles. Cinque milioni di fondi europei per disegnare il futuro energetico delle nostre abitazioni, e abbattere i costi delle bollette del 75%. È la sfida che Tune (rete di utilities, vedi scheda a fianco) si accolla, chiedendo all’Europa i fondi per una sperimentazione triennale che punta anche a rivoluzionare le stesse bollette. Non più l’utente consumatore. Ma il “prosumer”, ovvero il produttore-consumatore che saremo noi tutti, fra consumo mirato e selezionato di elettricità, gas, e contropartita in termini di energia prodotta, acqua recuperata, scambi all’interno di una scala o di più condomini.
Futuro dietro l’angolo. Che potremmo vedere realizzato, fra non molto tempo, in un luogo simbolo della periferia trevigiana, il quartiere di San Paolo, negli immobili di fronte al Biscione.
Il progetto si chiama Uia – Urban Innovation Action _ e riguarda due torrioni di Borgo Furo (sui sei esistenti), saranno completamente rifatti, in impianti, cappotti, accorgimenti tecnologici per renderli modernissimi dal punto i vista dell’isolamento, dell’efficienza.
In 36 appartamenti- 18 per torrione - sarà possibile arrivare al 60% in meno di consumi, e a un 15% di autoproduzione grazie alle dotazioni tecnologiche, sensori, cappotti _ avvertono i tecnici _ con un equivalente risparmio per gli inquilini. Ogni utente dovrà sintonizzarsi su una sorta di consumo modello ideale, che innesca un circolo virtuoso. Ma il progetto prevede che con le economie di scala e l’ammodernamento tecnologico anche le utilities a possano risparmiare risorse, da destinare a progetti di efficientamento, con surplus da riversare di energia e gas da riversare altrove. E poi, l’economia circolare della trasformazione del rifiuto. Una filosofia che si inserisce nella mission territoriale di utilities che devono far quadrare i conti, ma a differenza dei privati rispondono anche ai comuni soci.
Capofila del progetto - lo chiede l’Europa nell’ambito interessato _ sarà il comune di Treviso, in partnership diretta con Ater (il 52% del budget), Ascotrade, Ats, Contarina.
Il progetto dovrebbe seguire quello già attuato dall’Ater su due torrioni, dove sono stati riversati i finanziamenti concessi anni fa per la ristrutturazione energetica del Biscione, poi tramontato.
Il condizionale è d’obbligo: a Tune incrociano le dita. La decisione sui fondi prevista per marzo, se le risorse arriveranno il progetto parte a settembre. Con il bilancio della sperimentazione fissato a settembre 2022.
Il progetto è stato anticipato ieri nel convegno «La rete d’impresa tra utilities dall’Europa al servizio del nostro territorio», alla Salle de Giuichets del Bip, a due passi dal palazzo Reale della capitale belga. E’ stato aperto da Stefano Busolin, presidente e ad di Ascotrade, anfitrione e promotore di Tune «Un modello unico in Italia» e dal governatore Luca Zaia, che ha ricordato la missione delle utilities venete «Al servizio dei cittadini, e non sopra; strutture moderne e non uffici complicazioni per la signora Maria», la voglia di fare squadra di Tune, i primati europei della Marca e del Veneto nella raccolta differenziata.
Hanno poi parlato, moderati da Enrico Tibuzzi, l’assessore regionale alle attività produttive Roberto Marcato, l’ingegner Renzo Taffarello di Tune, Yolanda Garcia Mezquita, della Commissione europea per l’ernergia, Gergana Miladinova, dell’Ufficio dello sviluppo sostenibile; Bianca Maria Scalet, consigliere della Presidenza del consiglio dei ministri. —
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