Cigni colpiti dal letame Il vicino: siamo assediati

RIESE. Avevano appena trovato un habitat ideale: due laghetti in aperta campagna, circondati da alberi frondosi, lontano dal traffico. Ma ieri mattina quattro splendidi cigni hanno dovuto fare i conti con una sgradita sorpresa che ha macchiato il loro candido piumaggio: i liquami provenienti da un allevamento di maiali appena al di là degli alberi dell'area verde, sul quale è da tempo in corso una vertenza legale che vede da una parte Bruno Panozzo, proprietario dell'area dei laghetti di Poggiana, dall'altra l'azienda agricola San Luigi di Attilio Gorza. «La causa», spiega Panozzo, «è il ritorno in funzione dei maxi ventilatori dell'allevamento che nebulizza nell'area circostante le deiezioni dei maiali. Erano stati posti sotto sequestro due anni fa ma recentemente sono stati dissequestrati. E si è ripresentato il problema. Quando soffia il vento da est sul lago si depositano i residui dei liquami. Non chiedete a me il motivo perché quegli impianti hanno potuto tornare in funzione, perché sono stato il primo a sorprendermi». Il via libera al riutilizzo dei maxi ventilatori sarebbe arrivato in concomitanza con l'ultimo appuntamento davanti al giudice, ennesima puntata di una querelle che si trascina dal 2008. Panozzo ha citato in giudizio l'azienda agricola perché gli odori pestilenziali provenienti dell'allevamento hanno mandato in crisi la sua attività di ristorazione, fino a decretarne la chiusura. Il fatto che la dispersione dei liquami contamina il laghetto utilizzato per pesca sportiva è dimostrato anche da analisi presentate in tribunale. Alla San Luigi vengono contestati quattro reati di natura ambientale e, nella causa, si sono costituiti parte civile anche il Comune di Riese e la Provincia di Treviso. Ma quello che contesta Panozzo ai suoi vicini è di aver avviato questa attività senza rispettare la distanza prevista per legge. «Gli allevamenti intensivi come questo devono essere distanti almeno 500 metri dalle abitazioni. Nel mio caso questo non è assolutamente rispettato». Intanto i cigni continuano a godersi il laghetto: per fortuna la pioggia ha dissolto gli aloni dei residui dei liquami e ripulito le loro piume. «Ma il problema», conclude Panozzo «continua a essere la dispersione delle deiezioni dei maiali nell'aria. A quanto mi risulta questa azienda è l'unica in Italia a utilizzare questo sistema. Ma credo sia opportuno ricordare che lo sterco dei suini è altamente tossico per la forte presenza di ammoniaca. E in questo modo tutti coloro che abitano nelle vicinanze se lo devono respirare, bambini compresi».
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