Caso Toniolli, la ciclista caduta sarà sentita in procura: il ponticello andava protetto
Il pubblico ministero Michele Permunian sta procedendo con l’inchiesta sul grave incidente ciclistico dell’agosto scorso al Circuito Rosa dell'Assunta
Sarà sentita nei prossimi giorni, negli uffici della procura di Treviso, Alice Toniolli, la ciclista trentina di 19 anni rimasta gravemente ferita nell’incidente del 14 agosto scorso nella gara del 62° Circuito Rosa dell'Assunta a Vittorio Veneto.
Sarà lo stesso pubblico ministero Michele Permunian, titolare delle indagini, a sentire la ragazza, se le condizioni fisiche glielo permetteranno.
Pare che le conseguenze di quel grave incidente siano rimaste impresse nel corpo della ragazza, ma che ora abbia riacquisito l’autonomia. Per quell’incidente tre persone sono state indagate per lesioni colpose gravissime.
La vicenda
Si tratta di Giacomo Salvador, presidente dell’associazione Cicloturistica Vittorio Veneto, Giulio De Nardi e Daniele Borsoi, rispettivamente direttore e vice-direttore della corsa (difesi dall’avvocato Stefano Trubian).
La procura è convinta che le spallette di cemento del ponticello, contro cui si è schiantata Toniolli, andassero protette con gommapiuma o con altro materiale che attutisse le conseguenze di un’eventuale caduta.
In quel punto della strada, c’è infatti un restringimento di carreggiata e nella direzione opposta a quella di provenienza delle cicliste c’è un cartello che segnala il pericolo con l’obbligo di percorrerlo solo da un veicolo alla volta. La procura è consapevole che non si possa tappezzare un tracciato ciclistico di protezioni, ma quel particolare punto del circuito andava protetto.
La querela, sottoscritta dal padre e dalla ciclista al fotofinish, pochi giorni prima della scadenza dei termini, nel novembre scorso, ha dato linfa all’inchiesta del sostituto procuratore Permunian, altrimenti sarebbe naufragata in un’archiviazione visto che Toniolli è un’atleta dilettante e la procura, non essendo ciclista professionista, non avrebbe potuto applicare l’aggravante dell’infortunio sul lavoro e quindi procedere d’ufficio.
Il muretto dove ha sbattuto
L’infortunio di Toniolli suscitò molto scalpore il 14 agosto scorso quando la ciclista di 19 anni, in seguito ad una caduta, si schiantò contro quel muretto. Non soltanto per la gravità dell’incidente ciclistico ma anche per le serie conseguenze fisiche che ne conseguirono.
L’atleta della Top Girls Fassa Bortolo fu ricoverata in condizioni gravissime all’ospedale di Treviso e soltanto dopo alcuni giorni di ricovero nel reparto di rianimazione dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso fu dichiarata fuori pericolo e trasferita successivamente in una clinica trentina.
L’inchiesta della procura trevigiana ha accertato come, un giorno prima della gara, durante una ricognizione stradale con gli organizzatori, la polizia locale di Vittorio Veneto avesse segnalato la pericolosità di quel muretto contro il quale Toniolli, all’indomani, sbattè violentemente la testa.
Gli agenti, in particolare, avevano prescritto di coprire il muretto con apposite protezioni proprio per attutire eventuali impatti. Ma la prescrizione non sarebbe stata rispettata.
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