«Ciardi» autentico: Franchi prosciolto

Il quadro «Veduta del canale di Mazzorbo» di Guglielmo Ciardi, venduto a Veneto Banca, non è un falso: il procedimento penale per ricettazione a carico del gallerista che l’ha venduto, il trevigiano Luciano Franchi, è stato archiviato. Lo ha stabilito il giudice del tribunale di Venezia Antonio Liguori.
La banca, insomma, può orgogliosamente esporre la pregiatissima tela, e il gallerista chiude le sue pendenze giudiziarie uscendone pulito: si conclude così, con un doppio lieto fine, una vicenda che ha fatto molto discutere. C’era finito dentro anche il nome di Carlo Benetton: il fratello di Luciano e Gilberto, infatti, aveva acquistato otto quadri del pittore veneziano di fine Ottocento sulla cui autenticità ancora non c’è certezza. Sarà un esperto toscano a dire se gli altri quadri in questione siano originali o “croste” volgarmente dette. E’ assolutamente genuina la «Veduta del canale di Mazzorbo» di Guglielmo Ciardi venduta dal gallerista trevigiano a Veneto Banca per 445 mila euro: nei giorni scorsi il gip veneziano ha dunque disposto l’archiviazione del processo penale a carico del mercante d’arte, conosciuto in tutto il Veneto (gestisce la «Nuova Arcadia» a Padova) e assistito in questa vicenda dall’avvocato Luigi Maschio di Conegliano.
Erano stati addirittura tredici i quadri di Guglielmo Ciardi, pittore veneziano di fine Ottocento, sequestrati con il sospetto che fossero falsi. Due diversi consulenti, uno storico dell'arte e un chimico, hanno permesso di stabilire che il dipinto di proprietà di Veneto Banca Holding, «Veduta del Canale di Mazzorbo» è autentico. Il pm, alla chiusura delle indagini, aveva chiesto l'archiviazione per l’unico indagato, appunto il gallerista trevigiano Franchi. Il gip, con provvedimento firmato pochi giorni fa, ha accolto la richiesta e disposto l’archiviazione. Nuvole genuine su quella veduta del canale. Nessuna, invece, sulla fedina penale del gallerista.
Non è l’unico “giallo” artistico che ha coinvolto Veneto Banca: anche attorno alla tela «San Lazzaro dei Mendicanti» del vedutista settecentesco Francesco Guardi si era scatenato un putiferio tra furti, sequestri e aule di tribunale. Il quadro venne rubato nel 1986 nel palazzo sul Canal Grande degli industriali Borletti, e per più di vent’anni non se ne è saputo nulla. Fino al 2008, quando riapparve nella mostra «Canaletto, Venezia e i suoi splendori» a Treviso. Nel catalogo si leggeva che da due anni era proprietà di Veneto Banca, che lo aveva pagato 575 mila euro. I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico lo sequestrarono, ma anche in quel caso ci fu il lieto fine: il tribunale civile di Venezia lo ha riconsegnato all’istituto di credito montebellunese.
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