Chiusi tre bordelli a Montebelluna

Quattro arresti: le prostitute erano costrette a 15 rapporti in 11 ore
A destra e a sinistra i bordelli. Sopra, in senso orario: Edi Nena, Tony Peralta, Ciavattone e Nurys Peralta
A destra e a sinistra i bordelli. Sopra, in senso orario: Edi Nena, Tony Peralta, Ciavattone e Nurys Peralta
 
MONTEBELLUNA.
Un giro d'affari da 180.000 euro al mese grazie a tre appartamenti in pieno centro a Montebelluna trasformati in altrettante case d'appuntamento. I carabinieri hanno arrestato quattro persone con l'accusa di associazione a delinquere.
 E' stato dunque smantellato un gruppo specializzato nell'importare dal Sud America, via Spagna, bellissime ragazze per farle prostituire nella Marca. Orari di lavoro durissimi per le ragazze: quindici rapporti sessuali al giorno dalle nove di mattina alle otto di sera. Sono centinaia infatti i clienti che, nel corso dei dieci anni in cui ha prosperato questa attività, hanno frequentato quei tre appartamenti in piazza Monet e via Ospedale a prezzi che oscillavano dagli 80 ai 200 euro a seconda della prestazione. Sono finiti in manette Claudia Angela Ciavettone, quarantaduenne uruguaiana, considerata il vertice dell'organizzazione, il marito Tony Peralta, ventinovenne dominicano, la zia di questo Nurys Peralta, 52 anni, e Edi Nena, feltrino di 50 anni, quest'ultimo agli arresti domiciliari. Sono tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento e al favoreggiamento della prostituzione.  Le indagini, iniziate nell'aprile del 2010 in seguito allo stupro e alla rapina subita da una lucciola da parte di un cliente, hanno permesso ai carabinieri di risalire ai tre appartamenti di Montebelluna, tra piazza Monet e via Ospedale, in cui si prostituivano mediamente cinque o sei ragazze, con un volume d'affari stimato tra i 6/7 mila euro al giorno. Le ragazze, passando per la Spagna dove si regolarizzavano, arrivavano agli aeroporti di Treviso e Venezia per poi essere reclutate e rinnovate ogni tre settimane. Questo soprattutto per soddisfare una clientela che nel corso degli anni si era fatta sempre più esigente, soprattutto di facce e corpi nuovi. L'avvicendamento veniva gestito in modo tale che non ci fosse mai interruzione nell'offerta ai clienti.  Alle prostitute veniva quindi dato un nome d'arte con il quale si facevano pubblicità, con foto e descrizione fisica, su siti internet specializzati. Da sottolineare il fatto che il reclutamento avveniva in patria (Brasile, Colombia, Repubblica Dominicana) attraverso l'invio nella Marca di un dettagliato curriculum vitae. Alle giovani venivano anche forniti telefoni cellulari, intestati agli arrestati, con i quali si organizzavano gli appuntamenti con i clienti. La tariffa, dagli 80 ai 200 euro, veniva divisa al 50 per cento tra prostituta e l'organizzazione. E per essere certi che le ragazze avessero i quindi rapporti richiesti al giorno, venivano rifornite di profilattici verificando che il numero di rapporti corrispondesse al numero di profilattici utilizzati. E da poco, per venire incontro alle sempre maggiori richieste dei clienti, era stata fatta arrivare da Lucca anche una trans.  

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