Chiuse ai visitatori le ville restaurate con i soldi pubblici

Villa Canello (sul colle Giano) e palazzo Grimani (in centro) hanno l’obbligo d’apertura un giorno al mese: non succede
Una delle ville chiuse al pubbico
Una delle ville chiuse al pubbico

CONEGLIANO. A Conegliano c’è un piccolo tesoro storico e architettonico che dovrebbe essere aperto al pubblico, e invece resta accessibile solo ai privati proprietari. I quali, però, avrebbero ricevuto contributi pubblici proprio per aprire le porte dei loro palazzi a turisti e cittadini. Sono due gli edifici finiti al centro dell’attenzione: Palazzo Grimani, in via XX settembre, e Villa Canello, a Costa.

Come scoperto da un’indagine del Movimento Cinque Stelle (che porterà il caso in consiglio comunale), sul sito dei Beni Culturali del Veneto i due palazzi risultano visitabili dal pubblico (senza prenotazione) il primo lunedì del mese dalle 9.30 alle 12 fino al 2055 (per Palazzo Grimani) e il primo sabato del mese dalle 10 alle 12 fino al 2039 (Villa Canello). Questo perché «gli immobili restaurati o sottoposti ad altri interventi conservativi – recita il Dlgs. 42/2004 – con il concorso parziale o totale dello Stato nella spesa, o per i quali siano stati concessi contributi in conto interessi, sono resi accessibili al pubblico secondo modalità fissate, caso per caso, da appositi accordi». In questo quadro rientrerebbero i due gioielli architettonici di Conegliano.

Palazzo Grimani si trova a pochi metri dalla sede municipale di Piazza Cima, è stato ristrutturato nel 2004 dopo essere stato anche impiegato come magazzino comunale e, nei decenni scorsi, era conosciuto come palazzo Giordani-Vettori. Villa Canello è invece uno splendido esempio di villa veneta. Fu progettata nel Settecento sulle colline di Costa, a Nord del castello. Dopo aver subito una lunga decadenza durante il XX secolo, negli anni Duemila la villa ha beneficiato di un restauro integrale ad opera dell’architetto Angelo Buonocchio, che l’ha riportata allo splendore originario.

Restauri, però, pagati anche dalla collettività, secondo il M5S: perché, allora, le porte dei due complessi continuano a restare chiuse al pubblico? I consiglieri pentastellati chiudono la loro interrogazione auspicando l’intervento del sindaco, che si dice già al corrente della vicenda. «Sarebbe una grande occasione per scuole e associazioni – scrivono i consiglieri Massimo Bellotto e Roberto Borsoi – per progetti finalizzati alla conoscenza della storia e del patrimonio artistico della nostra città». «Approfondiremo il caso – promette Zambon – ma da una prima ricognizione parrebbe che i proprietari abbiano ottenuto dei contributi pubblici per la ristrutturazione dei palazzi, con l’obbligo però di aprirli al pubblico un giorno al mese. Prendo atto di quanto segnalato, il caso oltre ad essere curioso ci interessa molto». La vicenda è complessa soprattutto per quanto riguarda Villa Canello, sulle colline di via dei Pascoli. L’edificio era stato acquistato negli anni scorsi da un imprenditore del settore vinicolo, poi finito sotto indagine, e di recente la villa era stata messa in vendita. Nemmeno il Comune conosce, in questo momento, il suo destino, perché da allora le porte della villa non sono mai state riaperte, né per i turisti né per i legittimi proprietari. Anche Palazzo Grimani ha avuto qualche grana giudiziaria: nel 2004 il conte Osalco Montalban, proprietario di alcuni palazzi rinascimentali in via XX Settembre, aveva portato il Comune in tribunale, impugnando la concessione edilizia concessa per il restauro del Palazzo Grimani.

Andrea De Polo

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