Chiude la pasticceria Bernardi Novant’anni di dolci e cortesia

Questa domenica sarà l’ultima occasione per gustare una pastina alla crema o una fetta di crostata alla storica pasticceria Bernardi di piazza Santa Maria Maggiore. Dopo oltre 90 anni chiude definitivamente un pezzo di storia trevigiana, un’attività e un mestiere tramandati di padre in figlio per tre generazioni. Oggi è gestita da Emilio e Pierangelo (detto Rino) Bernardi, da tutti denominati “i gemelli” e la moglie di Rino, Laura. Una delle pochissime pasticcerie rimaste in città che ha il laboratorio, e non è una semplice rivendita. Basta entrare per capirlo: subito le narici vengono invase dal profumo della crema pasticcera, della pasta di mandorle, della pasta frolla. All’ombra dei portici di fianco a Madonna Granda, nella pasticceria Bernardi sembra tutto rimasto intatto dagli anni ’50. «A iniziare l’attività fu il nonno Emilio nel 1925», spiega Pierangelo, «aveva lavorato un po’ dallo storico pasticcere Nascimben e poi aveva deciso di mettersi in proprio». Prima poco più avanti, sempre in via Carlo Alberto dove c’è una tabaccheria, poi in via Stangade e, poco prima del bombardamento, dove si trova oggi. Pierangelo prende in mano un contenitore in ferro dove sono contenuti dei cucchiaini: «Vede questo? L’ha recuperato il nonno appena dopo il bombardamento, dalle macerie. La piazza e la chiesa erano state danneggiate, il parroco di allora l’aveva cercato per chiedergli una bottiglia di cognac, da dare alla gente per tranquillizzarla un po’. Andando a portargliela aveva trovato questo, è lì da allora». Il locale è colmo di ricordi ovunque cada l’occhio. «Mio nonno Emilio ha insegnato il mestiere al figlio Luigi, mio padre, che poi ha tramandato il mestiere a noi», continua Pierangelo, «io ho iniziato a lavorare in laboratorio a 16 anni, mio fratello un po’ dopo perché aveva continuato a studiare». È Pierangelo con la moglie che si occupa della realizzazione di torte e pastine, il fratello Emilio da sempre si occupa della clientela. I figli hanno deciso di non proseguire l’attività. La pasticceria Bernardi è la seconda più antica dopo Nascimben, e dopo la chiusura di quest’ultima e di Casellato, era rimasta una delle ultime in città. «Non è perché è la nostra, ma questa pasticceria ha fatto la storia qui in città: negli anni 50 venivano anche da Ponte di Piave. Madonna Granda era identificata con la pasticceria Bernardi e viceversa. I clienti sono increduli, ma dopo così tanti anni ci riposeremo».
Serena Gasparoni
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