Chiude il Centro per l’impiego

La Provincia taglia la sede di Pieve, la giunta attacca Muraro: «Penalizza un’area di 50 mila abitanti»
Di Andrea De Polo

PIEVE DI SOLIGO. La Provincia chiude per sempre il Centro per l’impiego di Pieve, l’amministrazione si scaglia contro la decisione di Sant’Artemio: «Decisione inspiegabile che penalizza un’area di 50 mila abitanti». Dal primo gennaio, il Centro non esisterà più: cancellato sotto i colpi della spending review, che però colpisce ancora una volta (solo) il Quartier del Piave. L’amministrazione di Pieve non ha parole tenere per la Provincia, e c’è da scommettere che nei prossimi giorni anche i sindacalisti alzeranno la voce. E pensare che ad agosto in molti avevano protestato perché il Centro per l’impiego era rimasto chiuso un mese intero, accentrando tutte le pratiche a Conegliano. Nei tre mesi successivi, i numeri hanno dimostrato che lo sportello di Conegliano è più attivo di quello del Quartier del Piave, e quindi quest’ultimo ha avuto la peggio. Una notizia che non farà piacere alle migliaia di disoccupati della zona, che accedevano all’ufficio (collocato temporaneamente nella Casa delle associazioni) per diverse pratiche relative a disoccupazione, cassa integrazione, liste di mobilità. «Una scelta inaccettabile – attacca il vicesindaco di Pieve, Franco Sech – basti pensare che un disoccupato, ora, deve farsi chilometri per raggiungere le sedi più vicine a Conegliano e Vittorio Veneto». Sech ricorda che il Centro per l’impiego di Pieve era già stato penalizzato cinque anni fa, con il trasloco dalla sede di via Chisini a quella (un ufficio di pochi metri quadrati) in via Vaccari, con conseguente riduzione di orario. Poi, con il trasloco del municipio in varie sedi voluto dalla precedente giunta di Fabio Sforza, il nuovo presidio in via Battistella. Anche in questo caso, con orari ridotti: «Infatti non capisco perché si sia tagliato Pieve, dove lavora una persona part-time che costa un terzo rispetto ai suoi colleghi di Conegliano e Vittorio. È una scelta ancora più incomprensibile se si pensa che dalla prossima primavera le Province avrebbero ridistribuito il personale, e delegato molte funzioni alla Regione». Sech non lo nomina, ma attacca anche il consigliere leghista Alberto Villanova, assessore provinciale: «Possibile che in Provincia ci siano rappresentanti pievigini, che prendono decisioni contrarie agli interessi dei loro concittadini?». Il sindaco Stefano Soldan ha telefonato al presidente della Provincia Leonardo Muraro, per chiedere spiegazioni, ma non ci sarà nessuna marcia indietro.

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