«Chiamatemi don Fabio, vostro fratello»

Commozione a Vittorio durante la consacrazione in Cattedrale. La benedizione di Corrado Pizziolo e la festa in seminario
Ferrazza Vittorio Veneto Cerimonia Vescovo Dal Cin
Ferrazza Vittorio Veneto Cerimonia Vescovo Dal Cin
Eccolo il nuovo vescovo, quello che papa Francesco ha chiamato alla guida dei due maggiori santuari italiani, Loreto e Padova. «Grazie a non credenti e anticlericali che, magari senza saperlo, mi hanno aiutato a seguire le chiamate di Dio».


Monsignor Fabio Dal Cin, 52 anni, trevigiano di Sarmede, ha rivolto l’inedito riconoscimento dopo aver manifestato “gratitudine” al papa, al cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei vescovi che ieri l’ha consacrato nella cattedrale di Vittorio Veneto, a suo padre, a sua madre, alle sue sorelle e a quanti altri, a partire dai vescovi, l’hanno accompagnato prima nella vocazione e poi da prete. «Vengo a voi in debolezza e trepidazione. Accoglietemi come fratello»: così don Fabio, come il nuovo arcivescovo preferisce farsi chiamare, si è presentato alle autorevoli delegazioni del santuario di Loreto e della basilica del Santo a Padova, presente anche il vescovo monsignor Claudio Cipolla.


A Loreto Dal Cin farà il suo ingresso il 2 settembre, a Padova il 22 ottobre. Don Fabio, in una cattedrale incorniciata da fiori bianchi e gialli e così grande da non riuscire comunque a contenere tutti i fedeli, ha ricevuto l’ordinazione dal vescovo di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo, dall’emerito di Loreto Giovanni Tonucci, oltre che dal cardinale Ouellet. Gli hanno imposto le mani anche i cardinali Stella e Menichelli e una ventina di vescovi.


Particolare la commozione quando il nuovo vescovo si è steso sul pavimento per le litanie dei Santi e quando, alla fine delle due ore di celebrazione, ha attraversato la cattedrale per la sua prima benedizione al canto solenne del Te Deum. In prima fila il prefetto di Treviso, Laura Lega, i sindaci di Vittorio Veneto, Roberto Tonon, di Sarmede Larry Pizzol e di Loreto Paolo Niccoletti, i numerosi rappresentanti delle Forze dell’ordine.


«Perché proprio me?» ha riferito d’essersi chiesto, fin dal momento della nomina, don Fabio. «Stupore, meraviglia, perfino perplessità, ma anche tanta, davvero tanta gratitudine»: questa, come ha confessato, la sua reazione e quella che ha riscontrato in tanti amici. «Evidentemente, come diceva papa Luciani, il disegno di Dio è imperscrutabile». Don Fabio ha aggiunto di voler essere il vescovo della misericordia, anche perché quelli di Loreto e Padova sono i santuari della misericordia. Ripercorrendo la sua vita, svoltasi in diocesi di Vittorio Veneto, con l’aggiunta di dieci anni in Vaticano, monsignor Dal Cin ha dato prova di singolare sincerità quando ha ammesso di aver esercitato taluni incarichi «controvoglia», cioè «sinceramente non mi piacevano». Il sacerdote si è trovato nella condizione di dover dire comunque di sì, «ed è stato proprio questo che mi ha fatto crescere e stagionare». Il benvenuto della diocesi di Vittorio Veneto era stato dato, all’inizio della celebrazione, dal vescovo Pizziolo, che gli ha anche donato l’anello episcopale.


A conclusione della solenne ordinazione, vissuta con commozione e partecipazione dai tanti fedeli presenti, il vicino seminario si è trasformato in una piazza in festa. Per don Fabio c’è stato un autentico bagno di folla; le autorità hanno dovuto aspettare addirittura un’ora per poterlo omaggiare.


Festa che si ripeterà questa sera a Sarmede, dove il neo arcivescovo celebrerà la sua prima messa. Per il Vittoriese, e per tutta la Marca, quella di ieri è stata una giornata di fede e di festa che non si scorderà facilmente.


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