Cgil, sì al «matrimonio» Pieve-Refrontolo
Ottaviano Bellotto: «Giusto accorpare i servizi tra i nostri Comuni» Il sindacato è favorevole alle iniziative per razionalizzare i costi

Ottaviano Bellotto (Cgil)
PIEVE DI SOLIGO.
L'intesa municipale in «salsa leghista» tra i Comuni di Refrontolo e Pieve di Soligo piace anche al sindacato. Tanto che il responsabile della Cgil per il Coneglianese ed il Quartier del Piave, Ottaviano Bellotto, approva apertamente l'accordo che porterà a condividere il segretario generale Vittorino Spessotto e, in futuro, altre forme di servizi pubblici a cavallo del Lierza. «A fronte delle perplessità applicative sul federalismo fiscale e, più in generale, dell'assenza di chiari riferimenti legislativi nazionali - commenta Bellotto - questa è la vera strada da seguire per l'abbattimento dei costi della politica e verso la riorganizzazione della pubblica amministrazione, specie in ambito sociale. In un periodo di grande confusione, finalmente, attraverso la condivisione dei servizi, arriva dai sindaci una risposta concreta alle esigenze dei cittadini». I sindacati plaudono, dunque, all'accordo sulle funzioni di segreteria e alle future convenzioni municipali tra Fabio Sforza e Mariagrazia Morgan, una sorta di prova generale di «Unione di Comuni», uno degli strumenti imposti nel 2010 dal decreto Tremonti ai Comuni con meno di 5 mila abitanti (meno di 3 mila per i Comuni montani) per ridurre il debito pubblico. E anche se Treviso resta l'unica provincia veneta a non aver ancora siglato una «Unione di Comuni», la Cgil invita a percorrere questa strada. «Questi accordi intercomunali vanno sollecitati e stimolati - continua Ottaviano Bellotto - specie tra i piccoli Comuni confinanti che, accorpando i servizi, possono davvero armonizzare le scelte per il loro territorio, soprattutto sotto il profilo socio-sanitario. Il futuro è questo, non certo nuovi carrozzoni o le fusioni tra città come Conegliano e Vittorio Veneto». Una posizione che la Cgil in Sinistra Piave aveva già sostenuto al tavolo dell'Ipa delle Terre alte della Marca trevigiana. «Sosteniamo da tempo queste soluzioni - chiude il sindacalista - perché la zona necessita una regia d'intervento intercomunale su alcuni ambiti. E queste convenzioni aiutano a semplificare e, quindi, a riformare la pubblica amministrazione». (g.z.)
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