Cento ingressi all’ora per “Natura in posa” Un esordio con il botto

borghesi agenzia foto film treviso mostra la natura in posa santa caterina
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«Conosco bene il Kunsthistorisches Museum, ma in questo contesto è come se vedessi le opere per la prima volta».

È l’impressione a caldo di una turista austriaca all’uscita dalla mostra “Natura in posa” aperta ieri al museo di Santa Caterina, con un afflusso di visitatori che ha registrato una media di cento ingressi all’ora (dato registrato dalle 10 alle 16) con picchi tra le 11 e le 13 del mattino e lunghe code di studenti e gruppi.

Tra le opere esposte ci sono nature morte dei maestri olandesi tra cui Jan Brueghel il Vecchio, Pieter Claesz e Willem Claesz Heda, e una selezione fotografica sullo stesso tema con firme assolute del panorama mondiale, da David LaChapelle a Martin Parr passando Robert Mapplethorpe. «Un accostamento originale e coraggioso», lo ha definito l’assessore alla Cultura Lavinia Colonna Preti che ha fatto capolino alla mostra nel pomeriggio, e che è stato apprezzatissimo dal pubblico, soprattutto quello giovane. «Il percorso ci mostra da dove veniamo e dove stiamo andando» ha detto una studentessa di architettura «ma un ulteriore passo avanti potrebbe essere l’accostamento diretto tra il dipinto e la foto, uno accanto all’altro, in un dialogo ancora più estremo». Altri visitatori sono stati invece ammaliati dal procedere per “temi” estetici, divisi tra fiori, mercati, nature morte, che ha facilitato la comprensione di un messaggio legato alla caducità della vita.

«Consiglio di portarsi il libro delle allegorie per entrare nel significato simbolico dei frutti», suggerisce una studentessa in comunicazione, mentre altri sono stati entusiasti dell’esposizione in “verticale”, dalla sala Ipogea al secondo piano del museo. Per tutti il comun denominatore dello stupore per l’atmosfera suggestiva creata dall’illuminazione soffusa e dal fondo color ottanio che «sbalza il quadro dal muro» ha osservato una trevigiana esperta d’arte. E non sono mancati i suggerimenti, da quelli più pragmatici, «avrei voluto comprare un poster, ma non c’era al bookshop», a quelli di sistema, «questa mostra è un ottimo biglietto da visita per la città, e sarebbe bello avere più esposizioni, magari anche al museo Bailo». Lì non resta che attendere il prossimo ampliamento, per nuove mostre. —

Elena Grassi

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