Cavi d’alta tensione sotto la Pedemontana «Così cancelleremo la stazione elettrica»

VOLPAGO del montello
Né stazioni elettriche né nuove linee aeree: i sindaci dei comuni interessati, da Scorzè fino a Volpago, non vogliono saperne del progetto presentato da Terna di riordino delle linee elettriche con una stazione elettrica che occupa otto ettari a Volpago e un’altra sottostazione a Scorzè e linee aeree in cambio di dismissioni di altre vecchie linee per rendere più efficiente la distribuzione di energia elettrica. E chiedono alla Regione Veneto di prendere in mano la cosa visto che interessa comuni distribuiti nelle province di Treviso e di Venezia.
Cavi interrati
La loro posizione l’hanno ribadita ieri mattina in municipio a Volpago ed è così riassumibile: interramento e schermatura della linea a 380mila volt lungo i percorsi autostradali (A27 e Pedemontana Veneta) in modo da rendere inutile la stazione elettrica. Era un’alternativa presentata da Terna nel 2013 e loro insistono perché si proceda con questa ipotesi. Infatti, anche se Terna ha continuato ad affermare che non è così, i sindaci continuano a ritenere che dopo la contrarietà incontrata in passato, Terna abbia deciso di adottare una strategia diversa e parlano di progetto “spezzatino” paventando che dietro ad esso possa poi nascere l’interconnessione Veneto-Austria e la Trasversale Veneta attraverso territori di pregio ambientale, come l’asta del Sile, come il Montello. E a incontri con i singoli sindaci, loro hanno deciso di dar prova di compattezza e di muoversi tutti assieme.
Il vertice
Ieri in municipio a Volpago si sono trovati sindaci o delegati di Volpago, Montebelluna, Trevignano, Giavera, Povegliano, Scorzè, Morgano, Paese, Quinto, Zero Branco, Villorba, ne mancavano alcuni per altri impegni ma già tutto avevano firmato il documento mandato ai ministri delle Infrastrutture e dei trasporti, dell’Ambiente e alla Regione Veneto. «Nulla è cambiato – ha spiegato il sindaco di Volpago Paolo Guizzo – è sempre il progetto del 2013 ma presentato sotto forma di spezzatino pensando che potesse avere maggiore accettazione, ma siamo tutti concordi che il progetto è sempre quello a cui ci eravamo opposti anni fa e ribadiamo la stessa posizione di allora: noi siamo per una soluzione diversa per rendere efficiente la rete, che è quella di linee interrate e schermate lungo i tracciati autostradali così si evitano impatti su territori di pregio e diventa inutile la realizzazione di una stazione elettrica oltremodo impattante come quella prevista a Volpago».
L’impatto ambientale
Nel loro documento i sindaci definiscono la progettata stazione elettrica una struttura che comprometterà una delle poche aree a vocazione agricola e svaluterà le proprietà immobiliari, pure quella prevista a Scorzè è stata bocciata, con la motivazione che verrebbe a trovarsi in zona agricola e ambientale di particolare pregio deprezzandola. E alla Regione viene chiesto di intervenire a difesa del territorio. Un tasto su cui ha battuto soprattutto il sindaco di Scorzè, Giovanni Battista Mestriner: «La Regione Veneto deve prendere in mano la questione e farsene carico – ha detto – Proprio la Regione Veneto in questa partita deve rappresentare gli interessi pubblici e fare sintesi, non lasciare che la faccia Terna Spa. Sia la Regione a dire cosa sacrificare e cosa tutelare, senza lasciare che debbano essere i singoli comuni a trattare con Terna. La Regione Veneto finora ha fatto silenzio ma è tempo che entri nella partita». E nel documento firmato da 18 sindaci c’è l’appello alla Regione Veneto «di intervenire per la difesa del territorio affinché criteri di presunta maggiore economicità non abbiano a prevalere sulla tutela dei beni non riproducibili e sulla salvaguardia delle condizioni di vita delle persone».
I tempi: 2022
Un casello per connettere il territorio all’autostrada elettrica. Così Terna definisce la nuova sottostazione elettrica che vuole costruire a Volpago del Montello. Un progetto pesante per investimento economico (circa 80 milioni di euro) e per impatto (80 mila metri quadrati occupati). Ma un progetto, a detta della società proprietaria della rete elettrica nazionale, «moderno e necessario». Potrebbe essere pronto, se tutto va come Terna spera, nel 2022. —
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