Causa ex Edison Il gruppo Cecchin «Siamo tranquilli è tutto nella norma»

L’avvocato Dal Bello, legale della La.Ma srl: «Comune e Tar  non hanno ritenuto di dover  fermare i lavori. Intervento  in linea con Prg e leggi vigenti»
tome agenzia fotofilm treviso montoggio gru ex cinema edison
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«Siamo tranquilli». La società La.Ma srl, immobiliare del gruppo Cecchin- costruzioni edili con sede a Castelfranco, risponde così alla causa civile, avanti il tribunale di Treviso, intentata dall’immobiliare Europa 2000, società della famiglia Archiutti. Due figlie dell’imprenditore e senatore risiedono a Ca’ dei Ricchi, e sostengono che la sopraelevazione di due pian all’ex Edison, a loro parere «illegittima», rovini anche la visuale a chi abita nello storico stabile medievale.

Per questo chiedono ai giudici la demolizione dei due piani o in subordine un risarcimento danni di 1,5 milioni di euro.

«Il progetto è assolutamente conforme alle norme e al Prg vigente», puntualizza l’avvocato castellano Alberto Dal Bello, legale della La.Ma.

«Che non ci sia stata alcuna violazione lo dice anche il fatto che il comune, in base al primo esposto dei vicini, non abbia ritenuto di dover fermare i lavori, e che lo stesso Tar non abbia disposto l’interruzione dei lavori». A Venezia la causa intentata da Europa 2000 sarà discussa nel merito in autunno.

Dal Bello ricorda « le verifiche di uffici competenti, i sopralluoghi e i riscontri incrociati, l’approfondimento puntuale su ogni aspetto normativo che potesse dare adito a dubbi». E ribadisce come «l’intervento abbia seguito un piano di recupero che fa della coerenza nel particolare contesto il connotato principale, tenuto conto proprio dell’ambito nel cuore del centro storico», e rileva la «pianificazione del tutto allineata agli standard vigenti».

Infine Dal Bello sottolinea come «la riqualificazione di un’area in simile posizione abbia ricevuto consensi e apprezzamenti da altri vicini, tutti contatti dal costruttore prima del cantiere, c’è anche chi è grato e apprezza l’intervento. Il cantiere è terminato, prendiamo atto che a qualcuno non è piaciuto, ma qui stiamo parlando di congruità alle norme e di regolarità della procedure».

C’è chi invece, alla lettura della causa, se la prende con la famiglia Archiutti. Siamo dall’altra parte di Piazza dei Signori, e Pietro Cozzuol, già titolare delle merceria Due Pomi sfrattata nel 2011 dalla famiglia Archiutti (i lavori sul palazzo sono in corso), non si trattiene, dal bancone del nuovo negozio di piazzetta Dolfin: «Gli Archiutti invocano storia e tutela dei beni storici, oltre al rispetto dello “skyline” che si gode da Ca’ dei Ricchi?», sbotta. «E chiamano in causa la Soprintendenza? Prendo atto che nel mio caso non è stato così, ho dovuto andarmene e trasferirmi. E il negozio aveva “soltanto” 140 anni di storia». —

Andrea passerini

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