Castelfranco, atti sessuali con giocatrici minorenni: allenatore di calcetto squalificato 5 anni

La Procura di Venezia chiede il rinvio a giudizio, la società Futsal Giorgione ha annunciato che si costituirà contro di lui

CASTELFRANCO. Da allenatore dell’ads Futsal Giorgione avrebbe approfittato della sua posizione per adescare calciatrici tra i 13 e i 16 anni e «porre in essere atti di natura sessuale» nei confronti di atlete del Trevigiano e del Veneziano.

Per Peter Priamo, di Loria, richiesta di rinvio a giudizio con le pesanti accuse di adescamento di minorenni, detenzione di materiale pornografico con minori e atti sessuali con minorenni, condotte che secondo la procura di Venezia avrebbe ripetuto, in tempi diversi.

È stato ora sanzionato dal tribunale federale territoriale.

L’organo della giustizia sportiva ha deciso di applicare, nelle more del procedimento penale – in cui è stata già disposta la misura dell’obbligo di dimora nel comune di Loria e del divieto di avvicinamento alle persone offese – la massima sanzione, che consiste in 5 anni di inibizione a svolgere ogni attività in seno alla Figc (Federazione italiana giuoco calcio), con preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Federcalcio.

Le indagini sono partite dopo la denuncia della famiglia di una giovane del Veneziano e si sono poi allargate al Trevigiano concentrandosi nella Castellana.

All’epoca dei fatti, prima del 2016, anno in cui la Futsal Giorgione ha allontanato l’allenatore, «Priamo era senza lavoro», ricordano dalla società sportiva. È stato accertato che «i fatti ascritti al tesserato Priamo non si sono svolti in ambiti sportivi riferibili alla società», si legge nero su bianco nel provvedimento del tribunale sportivo.

È invece confermato dai dirigenti della società sportiva che Priamo frequentava l’abitazione di una delle atlete che si allenavano con la Futsal Giorgione, pur non essendo la giovane tesserata. In queste circostanze l’uomo, che sembra conoscesse anche i genitori della ragazza, avrebbe posto in essere atti di natura di natura sessuale con la giovane donna.

È stata poi proprio la famiglia della minorenne, che ora non frequenta più la società sportiva, a segnalare le anomalie allo staff della Futsal Giorgione. «C’è qualcosa che non quadra, qualcosa che non va».

Queste le parole che i dirigenti della società ricordano di essersi sentiti riferire dalla famiglia della ragazza, convocando un incontro tra i genitori e l’allenatore per fare chiarezza. Quest’ultimo, pur eludendo le spiegazioni, ha poi rassegnato le dimissioni, su esplicito invito.

È chiaro, in base alle evidenze emerse, che gli atti sessuali contestati sarebbero avvenuti non nell’ambito sportivo, ma altrove.

Nonostante questo anche la Futsal è stata condannata a pagare 2mila euro di sanzione.

Una multa comminata dal tribunale federale territoriale in quanto la società «una volta venuta a conoscenza dei comportamenti del Priamo, ha cessato la collaborazione con lo stesso, che ha rassegnato le dimissioni, ma non ha assunto alcuna iniziativa volta a farlo allontanare dall’ordinamento sportivo della Figc, segnalando i fatti alla procura federale».

Va precisato che la sanzione è stata dimezzata rispetto all’iniziale quantificazione, tenendo conto «dell’ effettivo potere di intervento della società» nelle vicende, visto che i fatti si sono consumati in ambiti diversi da quelli sportivi «e in orari diversi da quelli degli allenamenti», come precisa la Futsal Giorgione.

Secondo il tribunale della giustizia sportiva l’aspetto più grave è che l’ex allenatore abbia «beneficiato, senza alcun controllo, di una posizione di particolare affidamento da parte delle giovani atlete», in considerazione della sua veste di tesserato e delle «funzioni svolte in ambito societario, in particolare quelle relative al settore femminile», mettendo in difficoltà anche la società. Il cui staff annuncia: «D’ora in poi chiederemo il casellario giudiziario a chi desidera collaborare con noi». 

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