Cassamarca rilancia «Un nuovo progetto per villa Franchetti»

Villa Albrizzi Franchetti, a sorpresa torna alla carica Fondazione Cassamarca: «Non è vero che abbiamo perso interesse al progetto: vogliamo ancora creare un polo universitario di eccellenza, nei nostri terreni intorno alla villa, anche se sarà di dimensioni più ridotte rispetto alle nostre intenzioni iniziali, e senza più l’auditorium previsto di 2.500 posti. Ma così valorizzeremo villa Franchetti, magari portandoci architettura». Parola di Piero Semenzato, uno dei big di Fondazione Cassamarca, che giorni fa ha fatto visita al presidente della Provincia Leonardo Muraro per ribadire il concetto, poiché la villa è di proprietà della Provincia ma è stata data in concessione alla fondazione, per 30 anni, a partire dal 2011. Però settimane fa la Regione ha bocciato il progetto di fondazione, che era di “interesse regionale”, per mancanza di documentazione, e quindi nel 2015 villa e giardino erano destinati a tornare alla Provincia, facendo saltare anzitempo la concessione, cosa che avrebbe fatto perdere ancor più valore ai terreni (compresi quelli ex Secco) che già con la bocciatura da parte di Venezia tornano da edificabili ad agricoli. E così Fondazione Cassamarca deve aver giocato d’anticipo, per mantenere comunque in piedi l’accordo trentennale con la Provincia, il Comune di Treviso ma anche con i Comuni di Preganziol e Casier, in attesa di tempi migliori per il settore immobiliare, dato che ad oggi la fondazione non ha certo i soldi per avventurarsi in una simile avventura a fronte di disavanzi, patrimonio immobiliare da mettere in vendita, un ex Distretto che in città cade a pezzi, corsi universitari veneziani e padovani che faticano ad avere risorse, per non dire che in questi anni la stessa villa Franchetti e il suo parco sono abbandonati a se stessi.
Nonostante ciò, Fondazione Cassamarca dopo aver incontrato Muraro ora ha in programma un incontro anche con i sindaci interessati, il sindaco di Preganziol Paolo Galeano e quello di Casier Miriam Giuriati, che giovedì hanno partecipato al Sant’Artemio a una commissione consiliare provinciale proprio sul futuro di villa Franchetti, nella quale è stato comunicato loro che Fondazione non intende uscire di scena, e che ora o ripresenterà a Venezia un progetto di interesse regionale ridotto, che scavalca i Comuni; oppure chiederà direttamente ai sindaci due varianti urbanistiche.
Muraro: «Se la cosa va in porto non può che avere il mio sostegno: se il progetto è serio la concessione non verrà tolta». Galeano: «Attendo di vedere il progetto, anche se stiamo lavorando per coinvolgere anche altre fondazioni e privati». Giuriati: «Il tavolo tecnico è previsto per novembre: evidentemente Fondazione ha qualcosa di concreto da proporci». Ma c’è chi non è molto convinto dell’operazione, come il consigliere provinciale del Pd Daniela Marzullo, autrice dell’interpellanza che ha dato vita alla commissione di giovedì: «Dalla commissione, secondo il gruppo consiliare del Pd, non è emerso un orientamento chiaro della maggioranza: diciamo “no” ai colpi di mano su villa Franchetti. La Provincia è proprietaria di una serie di immobili, alcuni dei quali già inseriti nel piano delle alienazioni. Per i due immobili già messi in vendita nel 2011, l’ex provveditorato agli studi e l’ex brefotrofio, le rispettive aste sono andate deserte, ma ora torneranno all’asta con un ribasso del 35% per il provveditorato e del 40% per l’ex brefotrofio». E villa Franchetti? «Dopo l’archiviazione da parte della Regione, Fondazione ora rinnova l’interesse, ma riteniamo che qualunque nuova istanza vada prima condivisa con la Provincia, che è proprietaria della villa, e con i Comuni, compresa l’individuazione dell’interesse pubblico».
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