Caso rifiuti, il militare: «Nessuna spiata»

PAESE. Via agli interrogatori dei sette indagati (due ai domiciliari e 5 con misure interdittive) legati all’inchiesta dei carabinieri del Noe su un traffico illecito di rifiuti che ha portato agli...

PAESE. Via agli interrogatori dei sette indagati (due ai domiciliari e 5 con misure interdittive) legati all’inchiesta dei carabinieri del Noe su un traffico illecito di rifiuti che ha portato agli arresti domiciliari Mauro Zuccarello, amministratore delegato e socio dell’Eco stile srl, e Federico Lot, responsabile della Fal srl, la ditta di Pieve di Soligo che gestisce la cava di Formesin di Cison, oltre all’iscrizione di altre 15 persone nel registro degli indagati. Cinque le misure interdittive applicate ai titolari delle ditte che effettuavano i trasporti del materiale inerte nella cava di Cison ossia Michelino Marchiori, 69 anni di Campagna Lupia, legale rappresentante della Marchiori Group srl, e Paolo Dal Zilio, 58 anni di Quinto di Treviso, responsabile della Dal Zilio Inerti srl, a Claudio Cadamuro, 59 anni di Torre di Mosto (difeso dagli avvocati Stefano Trubian e Gianluigi Florian), il responsabile del Centro Servizi Recuperi Piave srl che gestisce la discarica di Forcal di Vittorio Veneto, Marco Nespolo, 45 anni di Gorgo, socio dell’Ecostile, ed un carabiniere della compagnia di Treviso, l’appuntato S.M. di 40 anni, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio.

Nel corso degli interrogatori solo Lot e il carabiniere hanno risposto alle domande del gip. Il primo, difeso dall’avvocato Lucio Martignago, ha sostenuto che il materiale conferito nella cava di Cison non era contaminato e che lui non c’entra con la falsificazione dei documenti. Il carabiniere, assistito dall’avvocato Fabio Crea, ha ammesso di essere amico e testimone di nozze di Lot ma di non aver mai svelato segreti legati alla sua professione. «La frase intercettata: “Mi pagano per spiare?” Intendevo che lo Stato mi paga per intercettare e spiare e non Lot». —

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