Casale, ex Scardellato venduta all’asta alla Piemme per 2 milioni

CASALE SUL SILE. Venduto all’asta, ieri mattina, lo stabilimento dell’ex Ims Scardellato a Casale sul Sile, un complesso da 62 mila metri quadrati teatro di una travagliata vicenda industriale che si è conclusa, nelle scorse settimane, con due fallimenti. Andiamo con ordine: la notizia è che ieri la Piemme Salzano, azienda metalmeccanica veneziana con oltre 150 dipendenti, ha sborsato 2,2 milioni di euro per aggiudicarsi lo stabile, ritenuto strategico per i futuri progetti di sviluppo dell’azienda. .
L’asta
L’immobile ex Scardellato è stato l’ultimo ad andare all’asta fra i tre di proprietà dell’azienda. Quello di ieri era il quarto tentativo. La prima base d’asta a luglio 2016 era stata fissata a 5,1 milioni, poi calata a 3,8 milioni a metà ottobre. Entrambi i tentativi erano andati deserti. Quindi un ulteriore ribasso, a 2,9 milioni di euro, prima del prezzo pattuito ieri nella sede della società trevigiana Aste 33. Durante questo periodo di tempo il capannone non è mai rimasto vuoto, ospitando l’Ims Scardellato, società controllata al 100% dalla Minuti, entrambe dichiarate fallite a inizio mese dal Tribunale di Venezia dopo aver spostato la sede sociale a Jesolo. La vecchia società, Ims Scardellato Spa, dopo il concordato nel 2014 aveva trasferito l’attività con contratto d’affitto a una società neocostituita, la Ims Scardellato Srl appunto. La Srl, quindi, per continuare a lavorare nel capannone di Casale (già all’epoca all’asta) formulò una proposta d’acquisto che, però, non è mai andata a buon fine. Di conseguenza l’immobile è tornata all’asta, e il futuro degli operai è diventato un rebus: hanno continuato a lavorare in uno stabilimento di fatto sequestrato dal Tribunale.
I licenziamenti
L’ultimo capitolo, scritto a inizio febbraio, è stato quello del licenziamento dei 14 operai rimasti. Al termine della vertenza i dipendenti della Ims Srl sono stati licenziati contestualmente alla cessazione dell’attività, a loro resterà solo un anno di Naspi. Una vertenza segnata da scioperi e proteste. Il timore che lo stabilimento di Casale rimanesse vuoto, andando a rimpinguare la lunga lista di immobili industriali dismessi in provincia di Treviso, era concreto. Non a caso nelle scorse settimane anche Assindustria si era spesa per sensibilizzare gli imprenditori al problema delle fabbriche svuotate dalla crisi, in un territorio ad altissimo consumo di suolo. I precedenti tentativi di vendita andati deserti non lasciavano indovinare una conclusione positiva dell’asta di ieri, anche se nelle ultime settimane diverse realtà avevano messo gli occhi sulla struttura. L’ha spuntata la veneziana Piemme, un colosso della costruzione di impianti per la lavorazione della lamiera e la produzione di profilati.
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