Casa&Cucina alle Calandrine di Cimadolmo, il ristorante di charme di tre soci e amici

Il locale sulle grave del Piave accoglie i clienti come a casa: «Ci siamo conosciuti da giovanissimi, è la nostra forza»
Marina Grasso
Le Calandrine, lo chef Luigi Barbiero in cucina
Le Calandrine, lo chef Luigi Barbiero in cucina

CIMADOLMO. Tre soci, trentacinque anni di attività, cinquant’anni di amicizia. Sono questi i numeri che caratterizzano il Ristorante Le Calandrine di Cimadolmo. «Dopo così tanti anni non siamo nemmeno più solo dei soci, ma una vera famiglia. Alla quale, ci teniamo molto a sottolinearlo, appartengono anche numerosi collaboratori che sono con noi da tanti anni», esordisce Remo Spricigo, protagonista assieme a Liliana Antonioli e Gianni Contessotto di questa lunga storia di gusto, di accoglienza, di passione. E, non da ultimo, di amicizia.

«Ci siamo conosciuti da giovanissimi, lavorando insieme per una ventina d’anni al Parco Gambrinus di San Polo di Piave. E nel 1987 abbiamo deciso di affrontare questa nostra avventura qui, dove allora c’era una vecchia stalla, poi diventata trattoria e poi lentamente ingranditasi. Siamo partiti con cautela, proponendo solo piatti di carne, ma poi grazie all’apprezzamento della clientela ci siamo sempre più impegnati nella cucina di pesce, anche se siamo sempre pronti a soddisfare tutte le preferenze e le necessità dei clienti».

Clienti che per Gianni «sono soprattutto amici che accogliamo in casa nostra, ai quali dedichiamo quindi tutte le attenzioni possibili non solo in fatto di cibo ma anche nell’accuratezza degli ambienti, che ho allestito in gran parte personalmente, ricercando ogni singolo mobile ma anche il più piccolo dettaglio, come continuo a fare ogni giorno per offrire sempre qualche nuova sorpresa, qualche attenzione in più».

Eleganti stufe e scenografici lampadari, antichi attrezzi agricoli e moderne sculture, preziosi tappeti e fiori freschi, lanterne e vecchie macchine da cucire: è un ricco eclettismo che non diventa mai sovrabbondanza, quello che caratterizza le ampie sale delle Calandrine, dove l’occhio si perde tra le mille curiosità collezionate e ben disposte da Gianni.

«Ma il mio personale orgoglio è il nostro parco», precisa lui, «amatissimo dai nostri ospiti, soprattutto dai bambini. Anche se richiede un impegno costante, la fatica è ripagata dalla soddisfazione di chi vi ambienta feste o banchetti, oppure vi fa una passeggiata a fine pasto».

Tra le sale, assieme a Gianni e a numerosi collaboratori, si muove sorridente Liliana, sommelier: «Sono sempre alla ricerca di vini sia locali sia internazionali per arricchire la nostra cantina, che desidero sia sempre variata. Mi piace far scoprire abbinamenti inediti a chi si fida dei miei consigli, così come mi premuro sempre di far conoscere i vini del territorio ai turisti. Perché oltre all’abbinamento cibo-vino ritengo molto importante trovare il “vino giusto” per ciascun ospite, cercando di interpretarne curiosità e desideri».

«Il nostro primo impegno è quello di offrire a tutti le migliori condizioni per gustare una pausa rilassante a tutto tondo», le fa eco Remo introducendo un tema particolarmente attuale: «Recentemente abbiamo dovuto frenare il lavoro e decidere di chiudere la domenica sera, perché la cronica mancanza di personale che caratterizza questi tempi ci ha fatto scegliere di accogliere meno persone per poter garantire loro la consueta massima attenzione. Ci riteniamo fortunati perché nonostante le chiusure e le aperture a singhiozzo degli ultimi anni siamo comunque riusciti a tenere con noi tutti i dipendenti “storici” nei quali riponiamo assoluta fiducia, ma per soddisfare le richieste del pubblico necessitiamo di più personale che non riusciamo a trovare».

Il tema lo riprende anche lo chef Luigi Barbiero: «Sono arrivato qui 32 anni fa per un lavoro stagionale e non me sono più andato. Anzitutto perché il rapporto con i titolari è perfetto, e poi perché in questa cucina ho sempre collaborato al meglio anche con i colleghi. Ora con me ci sono stabilmente Daniele, Dario e Francesco, tre giovani molto volonterosi e capaci: lavoriamo in grande armonia, ma ci servirebbe anche qualche mano in più, che non si trova, soprattutto nei week end in cui ai menu alla carta si aggiungono sempre banchetti, che sono piuttosto impegnativi. Durante la settimana, invece, scegliamo insieme un “piatto del giorno” per i pranzi più veloci, ed anche questi, come i menu, sono sempre variati secondo stagione e privilegiano i prodotti locali in abbinamento soprattutto al pesce, che è la nostra riconosciuta specialità». Armonia e affiatamento sono parole che pronunciano più spesso i membri di questa squadra che da decenni lavora insieme “come una famiglia”.

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