Carlesso, tre processi in un giorno

«S'è intascata 170mila euro». Vittima anche l'Istituto sostentamento del clero
 C'è anche l'istituto diocesano per il sostentamento del clero di Treviso tra le vittime dell'amministratrice di condomini Patrizia Carlesso, 51 anni, alla sbarra con l'accusa di appropriazione indebita.  La donna è accusata di essersi intascata centinaia di migliaia di euro, prelevandole dalle somme versate dagli inquilini per pagare le spese condominiali.  Il prossimo 7 ottobre, per la donna, si annuncia giornata campale: ben 3 processi in un solo giorno, l'accusa sempre la medesima. Stavolta tra le vittime vi è l'istituto diocesano.  Secondo quanto riportato nel capo d' imputazione la donna, che all'epoca dei fatti, tra il 2006 e il 2008, amministrava parte del patrimonio immobiliare del clero trevigiano, si sarebbe intascata circa 130 mila euro versati dai condomini e dall'istituto diocesano a titolo di pagamento di spese per la manutenzione delle parti comuni degli edifici.  A questo procedimento se ne sommano altri due, per altrettanti condomini trevigiani che lamentano un «buco» di altri 40 mila euro nella cassa, nonostante gli inquilini avessero versato le somme richieste per pagare la fornitura di carburante allo stabile. Ma la Carlesso, stando alle ricostruzioni degli investigatori trevigiani, non avrebbe mai consegnato all'impresa la somma.  Sommando gli ammanchi al centro dei tre processi, si arriva alla cifra di oltre 170 mila euro. La Carlesso è gia stata condannata 5 volte, in altrettanti processi. affidati ad altrettanti diversi sostituti procuratori.  Si parla di almeno 400 mila euro versati dagli inquilini ma «scomparsi» dai conti condominiali. Le vittime sono tutti inquilini di stabili in città e in provincia, almeno una dozzina: la donna è accusata di aver trattenuto i soldi versati dai residenti per pagare le spese. Le querele, finite sul tavolo dei cinque pm, hannon finito per spezzettare l'inchiesta.  L'accusa della Procura, per l'amministratrice trevigiana, fra le più note in città, è di appropriazione indebita. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti la donna avrebbe intascato le somme dagli inquilini per pagare spese di diversa natura. Alla fine, gli inquilini hanno dovuto sborsare denaro per la seconda volta, quando si è scoperto che i fornitori non erano stati pagati.

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