Caldato: «Sono sereno, anche Gesù ha avuto i farisei...»

È arrivato per primo, poi quando ha lasciato il nuovo cda è uscito con i compagni di avventura. Giorno speciale, per Luigi Caldato, presidente uscente, già manager della Sanremo ed epigono della scuola, come Gianni Gaio.
In molti, persino nella Lega, avrebbero voluto riconfermarlo, fino al 2023, ma alla fine hanno prevalso logiche di partito.
«Sono onorato e orgoglioso di aver potuto guidare per 7 anni un’istituzione come questa, eccellenza trevigiana nel mondo», dice all’uscita, «Ho dato tanto, ma ho ricevuto tanto, devo ringraziare consiglieri e personale. Da parte mia sono stato sul pezzo dalle 7 alle 19 tutti i giorni».
La sensazione, in un giorno così cruciale?
«Sono molto sereno, ho la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile. Per sostenere un grande progetto: ho l’orgoglio dell’appartenenza alla storia dell’Israa. Penso di poter interpretare il pensiero di tutto il cda uscente nel dire «possiamo dire di esserci stati anche noi».
Un messaggio a chi raccoglie il testimone?
«In cda ho auspicato continuità. È un’azienda che fattura 33 milioni di euro l’anno, con 860 residenti in 4 strutture, 650 dipendenti diretti e altri 100 dell’indotto. I residenti sono il nostro punto di forza. L’Israa è un fiore all’occhiello della città e del territorio, ha allargato il suo servizio negli ultimi anni anche fuori dal capoluogo, oltre le mura. Queste deve restare la mission per il futuro».
Caldato, ma se andava tutto così bene perché tanti attacchi?
«Anche Gesù Cristo ha dovuto fare i conti con i farisei, anche lui ha dovuto affrontare i dottori nel tempio...»
C’è chi vi attacca sui criteri del cohousing, chi sulla gestione finanziaria, chi la politica immobiliare.
«Guardi, è tutto alla luce del sole, nella nostre delibere, ma credo che quelle che sono state le nostre ultime scelte si possano toccare con mano. Al cda entrante abbiamo lasciato una dettagliata relazione su tutto quella che abbiamo fatto in questi sette anni».
È stato un passaggio di consegne sereno, dopo le tante polemiche?
«Abbiamo fatto gli auguri di buon lavoro, in un clima cordiale. E ci siamo messi a disposizione per qualsiasi richiesta di informazioni, o di conoscere le strutture, o di avere ulteriori dati».
Per la verità, c’è stato chi ha messo nel mirino anche le vostre decisioni durante il periodo di proroga.
«Anche su questo siamo molto tranquilli, le delibere sono state adottate solo in esecuzione in continuità con quello che era stato deciso durante il nostro mandato naturale dal 2013 al 2018».
Un messaggio particolare al suo successore Michielon, o al nuovo cda?
«Credo ci sia ben poco da dire: si deve lavorare a tempo pieno per il bene di un’istituzione della città, che in molti ci invidiano non solo nel Veneto e in Italia, ma in Europa e nel mondo, soprattutto in alcuni servizi all’avanguardia assoluta, che sono un riferimento».
E lei, adesso?
«So di aver dato, e come cda sappiamo di aver fatto squadra per il bene comune, di esserci aperti all’esterno e agli scambi, di aver creato efficienza. E ringrazio ancora tutti i cittadini che sono venuti a darci consigli, proposte, idee». —
A.P.
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