Cadorin, via i militari in due anni

Il piano del ministero della Difesa. Il 33° Reggimento andrà a Cassino e l’immobile in vendita

Mentre la città dibatte sul futuro dell’ex caserma Piave, in disuso da anni ed oggi occupata dal Collettivo Ztl che vorrebbe stabilirci un centro sociale, Treviso si trova a fare i conti con un altro maxi complesso che nel giro di due anni verrà lasciato libero dai militari e dismesso. È la caserma Cadorin lungo la Feltrina, a Monigo, immenso complesso militare oggi occupato dal 33° Reggimento di guerra elettronica.

A definire il piano è stato lo stesso ministero della Difesa sulla scorta delle disposizioni date dal Governo a fine 2012, quando venne dato l’avvio alla grande riorganizzazione della disposizione dei militari nel territorio nazionale. L’obiettivo? «Rendere più efficiente l’esercito, l’aeronautica, la marina», e – forse soprattutto – risparmiare spese di gestione dando la possibilità allo Stato di incassare denaro sonante con l’ormai nota procedura di «valorizzazione», che nella maggior parte dei casi equivale a «vendita».

Perchè la Cadorin? Sostanzialmente per due ragioni: la prima riguarda l’immobile, che è vasto, vicino alla città, obiettivamente più ampio delle necessità del reggimento e facilmente valorizzabile; la seconda riguarda la presenza dei militari in città, e in generale sul territorio italiano. Il ministero, tenendo conto di dover tagliare del 30% le strutture in suo possesso, ha deciso infatti di traslocare da Cassino l’80° Reggimento di addestramento volontari, ma non volendo lasciare lo storico comune laziale privo di una presenza militare ha deciso di andare a cercare i nuovi inquilini lì dove non mancavano divise e stellette. Ecco quindi Treviso, che all’attivo conta ancora anche la Caserma Boltar (Sant’Antonino) e la De Dominicis (San Bartolomeo).

Quando il trasferimento? Il Ministero della Difesa ha fissato tutto per il 2016. C’è tempo per un cambio di rotta o una sospensione del piano? A sentire la Difesa no. Sul caso c’è stata mesi or sono anche una discussione in commissione al Senato, e in quell’ambito il ministero si è detto sicuro della scelta, spiegando di aver «valutato approfonditamente il provvedimento, tenendo conto di tutti gli aspetti collegati».

Di sicuro quelli economici, visto che pare siano già state fatte alcune valutazioni dell’immobile. La caserma Cadorin infatti è tutto fuorchè un residuato militare. Si sviluppa su un terreno di circa 150.000 metri quadrati a ovest della Feltrina, a due passi dallo stadio di rugby di Monigo e in un’area di sviluppo cittadino. Poco distante c’è infatti il vasto piano di recupero delle palazzine post-guerra allo studio di Ater e perfino la possibilità (legata alla realizzazione del quarto lotto della tangenziale) di un’area facilmente collegata alle direttrici principali. Senza contare poi il fatto che la zona è ancora abbastanza verde da rendere possibili anche piani di riqualificazione sostenibili.

Che qualcuno, a Roma, si sia ricordato del vecchio piano firmato Luciano Benetton per la realizzazione di un campus scolastico all’interno di una (ex caserma)? Di sicuro, oggi, c’è solo il programma di trasloco a Cassino dei militari di Treviso , confermato anche da un lungo articolo pubblicato da “Forze Armate”, il periodico specializzato. La notizia, in caserma, circola. E così pure fuori. C’è chi già si pone il problema di ricostruirsi una vita altrove, con familiari e tutto. La Cadorin, in fin dei conti, è uno dei luoghi chiave della da oltre settant’anni. Conta perfino due gruppi di amici su facebook, militari che dopo la naja o dopo i trasferimenti, ancora si ricordano di lei.

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