«Cacciatori maniaci come Pacciani»

Manifesto animalista sotto la Confavi di Tezze
 
VAZZOLA.
«Dall'uccidere gli animali all'uccidere gli uomini il passo è piccolo». Questa la frase di Lev Tolstoj riportata nei manifesti dei 100% animalisti all'ingresso della sede della Confavi, Associazione provinciale dei cacciatori veneti. E i cacciatori vengono addirittura paragonati al maniaco Pietro Pacciani (in foto il manifesto). «Milioni di cittadini non potranno più andare tranquillamente a fare escursioni in montagna, a passeggiare nei boschi, a raccogliere funghi o a far correre il cane in campagna, perché meno di settecentomila maniaci armati circoleranno sparando a tutto quel che si muove - è duro l'attacco dell'associazione 100% Animalisti -. Individui spesso avanti con l'età o affetti da tare o dediti all'alcool o alla droga, pericolosi per sé e per gli altri». Il blitz è scattato nella notte tra mercoledì e giovedì in via San Rocco a Tezze di Vazzola, così come in altre sedi di cacciatori in tutto in Veneto e a Milano.  L'associazione che si batte per la difesa degli animali ha messo in atto una protesta collettiva in vista dell'apertura della stagione venatoria. Il dissenso ha interessato varie associazioni di cacciatori a Thiene (Vicenza), Giare di Mira (Venezia), Padova, Montegrotto Terme (Padova), Rovigo, Belluno, Zevio (Verona) e Milano, oltre a Vazzola.  Proprio l'altra sera nella sede provinciale Confavi di Tezze di Vazzola si erano riuniti i membri dell'Associazione dei cacciatori Veneti. La riunione era finita oltre la mezzanotte.  I manifesti degli animalisti sono stati collocati successivamente. Ieri mattina erano già scomparsi e finiti nei cassonetti delle immondizie. «Hanno messo i manifesti solo per fare le foto e poi li hanno tolti» afferma il presidente provinciale di Confavi Gianni Luigi Capraro. I vari gruppi di cacciatori decideranno insieme nelle prossime ore come rispondere alla provocazione. Non è escluso vengano presentate denunce nei confronti dell'associazione degli animalisti, i cacciatori si sentono naturalmente diffamati.

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