Caccia alla volpe, esperti da 10.000 euro

La Provincia di Treviso spenderà diecimila euro per una commissione ad hoc che dovrà trovare «soluzioni gestionali, relative alle problematiche che le popolazioni di corvidi e volpi sucitano nell’ambiente, con particolare riferimento alle interazioni con l’economia agricola, la fauna selvatica e la salute». La commissione sarà composta da Franco Ravagnan, veterinario, e Lanfranco Donatoni, entrambi indicati dalle associazioni venatorie, Emiliano Torzo per l’associazione ambientalista Ekoclub, Renato Semenzato per le associazioni ambientaliste, e Giuliano Cimenti per le associazioni agricole Coldiretti, Confagricoltura e Cia. L’incarico prevede per i cinque consulenti esterni un’indennità di 2.000 euro ciascuno.
Sulla vicenda della caccia alla volpe in provincia di Treviso era intervenuta perfino l’attrice Brigitte Bardot, che aveva chiesto a Muraro di sopprimere la delibera numero 2638/2013 che consente di praticare, nella provincia di Treviso, «la crudele caccia alla volpe in tana fino in primavera quando i cuccioli sono con la madre in una tana e non disturbano nessuno». Il piano di «contenimento» delle volpi varato dalla Provincia prevedeva 1.050 esemplari da abbattere in tre anni. La determinazione riguardante le volpi era stata poi impugnata davanti al Tar e il Consiglio di Stato aveva accolto la questione. La Provincia, in maggio, aveva disposto la sospensione di tutte le operazioni di controllo delle volpi per procedere a nuovi censimenti. Tale esigenza è stata rilevata anche riguardo alle popolazioni di corvidi. Da qui la decisione della creazione di una commissione per suggerire le scelte più opportune per la gestione delle problematiche relative allo stato delle popolazioni di corvidi e volpi, presenti sul territorio. «Abbiamo deciso di istituire una commissione di esterni all’amministrazione provinciale», ha spiegato Leonardo Muraro, presidente della Provincia, «per bloccare sul nascere le polemiche. Fosse stata una commissione di interni ci avrebbero accusato di volerci mettere solo cacciatori e indicare numeri a loro favorevoli. Così sono invece rappresentati tutti: ambientalisti, cacciatori e coltivatori. Sono rappresentati tutti e sotto la loro responsabilità forniranno le indicazioni di cui abbiamo bisogno».
«È proprio necessario sostenere 10.000 euro di spesa per ottenere dei “suggerimenti” dai componenti della neonata “commissione”?», chiede invece Luigi Caleso di Impegno civile, «Visto che la “commissione” è formata dai rappresentanti di associazioni ambientaliste, cacciatori ed agricoltori è ragionevole pensare che si arrivi delle soluzioni condivise o è più probabile che la commissione si spacchi e non arrivi a proposte univoche? Se le conclusioni degli esperti incaricati saranno divergenti o addirittura contrastanti che cosa farà la Giunta provinciale? Non le prenderà in considerazione o sceglierà di assecondare alcune indicazioni rispetto ad altre? All’interno della commissione siedono due rappresentati dei cacciatori ma c’è anche il rappresentante di Ekoclub, che le associazioni ambientaliste sostengono essere legato al mondo dei cacciatori. Non c’è, quindi, il rischio che le posizioni dei cacciatori siano sovrarappresentate all’interno della commissione?».
Giorgio Barbieri
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