Buttafuori al setaccio della Polizia

Scattano i controlli su credenziali e iscrizione al registro prefettizio

La legge è cambiata. Ora i buttafuori non possono più essere «uomini di strada», «palestrati», «gente fidata». O almeno non solo. Devono essere iscritti ad un apposito registro, e la Polizia amministrativa della Questura di Treviso ha deciso di passarli al setaccio tutti per verificare che abbiano tutte le carte in regola per decidere chi entra, chi esce, come e quando intervenire per mettere in ordine le serate dei tanti locali della movida trevigiana.

«I controlli sono scattati e proseguiranno fino a quando non avremo passato al setaccio tutti gli operatori del settore – dicono dalla squadra di polizia amministrativa di Treviso – ora le regole sono nette. Non ci può più improvvisare buttafuori. Bisogna frequentare dei corsi, avere attestati e competenze». Tant’è che la norma vieta «liberi professionisti». Per far parte del «corpo» dei buttafuori bisogna essere iscritti al registro in Prefettura per nome e conto del titolare del locale per il quale si lavora, o in nome dell’agenzia di servizi da cui il candidato buttafuori è stato assunto.

Ad oggi, in prefettura a Treviso, le pratiche in corso di valutazione sono una cinquantina. «Ma non è detto che corrispondano ad altrettanti buttafuori in attività nella Marca – spiegano dalla Questura – l’iscrizione al registro prefettizio infatti non limita l’attività ad una zona ma la certifica. Chi è iscritto al registro di un’altra provincia può lavorare qui in città». Bisogna, di fatto, essere tesserati. E proprio su queste tessere si concentreranno ora gli esami e le verifiche davanti ai locali della movida trevigiana. Non più solo controlli siu autorizzazioni, affollamento, licenze e strutture. Al setaccio anche il personale addetto, anche quello fuori dalla porta d’ingresso che dovrà essere contrattualizzato e certificato.

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