Butta i dolci avariati, pasticcere multato: "Mi uccidono due volte"

TREVISO. «Con quella multa mi uccidono due volte».
Vincenzo Vasta, titolare della pasticceria siciliana “Conca d’Oro” nel quartiere di Santa Maria del Rovere a Treviso, è amareggiato, travolto dalla crisi e dallo sconforto. «Non bastava la chiusura dell’attività per un mese ora mi hanno appioppato pure una multa».
Il blitz. Nei giorni scorsi Vasta, che abita fuori Treviso, era tornato nel suo locale per fare le pulizie e, seppur a malincuore, gettare nella spazzatura la merce andata a male. «Ero entrato lasciando la serranda mezza abbassata e un biglietto fuori con scritto che era chiuso». Poi sono arrivate due persone, un uomo e una donna, e hanno chiesto di poter entrare. «Io ho spiegato che non era possibile ma hanno insistito e poi si sono qualificati come rappresentanti in borghese della Polizia municipale, dicendomi che le porte dovevano rimanere chiuse nel rispetto dei decreti ministeriali».
Il pasticcere ha cominciato ad agitarsi, si sente rispettoso della legge e per questo qualche mese fa aveva deciso di appendere nel locale una gigantografia dei giudici Falcone e Borsellino, che definisce “i nostri eroi”.
Molti lo hanno sentito allora spiegare ai giovani ignari cos’è l’antimafia o agli immigrati che chiedevano informazioni, chi fossero quegli “angeli del bene”. Si può dunque immaginare quanto si sia arrabbiato nel sentirsi accusare di illegalità. «Avevo in mano i sacchi della spazzatura e stavo riempiendoli di paste avariate, mi venivano le lacrime agli occhi». A terra lo straccio e la scopa per lavare i pavimenti. Secondo la testimonianza di Vasta i vigili non hanno voluto sentir ragioni e hanno staccato il verbale, provocando forti proteste di Vasta e l’intervento di un’auto pattuglia. La multa di 206 euro viene giudicata grave non tanto per l’importo quanto per i risvolti penali, poiché in violazione di un decreto sulla sicurezza e salute pubblica.

La protesta. «Ma io non ci sto, ho chiamato un avvocato e ora cercheremo di chiarire la vicenda perché non ho fatto nulla di male». La multa, che il pasticcere ritiene ingiusta, è arrivata in un momento già difficile, a causa della paralisi totale dell’attività che ha portato alla perdita del guadagno di un mese di lavoro, più tutte le paste, le torte, le arancine e i panzerotti buttati nei sacchi della spazzatura: in tutti sei bidoni pieni che per un giorno hanno campeggiato di fronte alle vetrine di via Tommaso Salsa.
Non solo la sua, ma tante altre pasticcerie, come bar e ristoranti sono stati messi in ginocchio dalla chiusura forzata, seppur motivata dalla grave emergenza sanitaria. Con affitti e bollette da pagare, merce buttata e mancato lavoro, i 600 euro promessi dal governo serviranno a poco. Eppure Vasta ha trovato conforto proprio al Comando di quei vigili che lo avevano multato. «Ho telefonato per protestare e una persona gentile mi ha suggerito una soluzione per poter riprendere il lavoro e tamponare qualche falla».
In pratica il decreto prevede che i pasticceri confezionino nei loro laboratori a porte chiuse i dolci, avendo cura di portarli a domicilio con le dovute precauzioni.
Vasta si è rianimato tra impasti di focacce, colombe e cannoli siciliani prenotabili al 347-0112536. —
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